Gli studenti con DSA hanno bisogno di verifiche semplificate?

Gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) non hanno bisogno di verifiche semplificate, perché non presentano deficit cognitivi.

È fondamentale comprendere che i DSA non compromettono l’intelligenza, la capacità di ragionamento o il potenziale degli alunni: si tratta, invece, di differenze nel modo in cui apprendono, elaborano e restituiscono le informazioni.

Spesso, per rispondere in modo adeguato ai bisogni educativi di questi studenti, si tende erroneamente a proporre prove ridotte o semplificate nei contenuti.

Tuttavia, questo approccio rischia di penalizzarli, sottovalutando le loro reali competenze. La soluzione più corretta e inclusiva è quella di predisporre verifiche personalizzate, non più facili, ma accessibili: strumenti che permettano agli studenti con DSA di dimostrare ciò che sanno, bypassando le difficoltà specifiche legate alla loro neurodivergenza.

Questo significa adottare strumenti compensativi come mappe concettuali, formulari, calcolatrici, sintesi vocali o correttori ortografici, e attivare misure dispensative come tempi aggiuntivi, lettura ad alta voce delle consegne o la possibilità di rispondere oralmente.

Queste strategie non offrono un vantaggio ingiusto, ma garantiscono pari opportunità, mettendo lo studente con DSA nelle condizioni di “essere alla pari” con i suoi compagni.

Personalizzare una verifica non significa alterarne la difficoltà o abbassare le aspettative, bensì offrire un canale alternativo e più efficace attraverso cui lo studente possa esprimere le proprie conoscenze. In questo modo, la scuola rispetta il principio dell’inclusione e promuove una didattica realmente equa, che non chiede a tutti di fare la stessa cosa allo stesso modo, ma riconosce le diverse modalità di apprendimento come una risorsa.

Sostenere gli studenti con DSA non vuol dire proteggerli dalle sfide, ma fornire loro gli strumenti per affrontarle con successo, valorizzando le loro capacità e rispettando la loro unicità.

Come vengono assegnati i 5 punti Bonus alla Maturità

Nel contesto dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, è prevista la possibilità di attribuire fino a 5 punti bonus ai candidati, durante lo scrutinio finale. Tuttavia, l’assegnazione di questi punti aggiuntivi avviene solo a determinate condizioni, secondo quanto stabilito dalle direttive ministeriali.

Requisiti minimi per accedere ai 5 punti bonus

Per poter accedere ai punti bonus, il candidato deve rispettare due requisiti fondamentali:

  1. Credito scolastico minimo: il candidato deve presentarsi all’esame con almeno 30 punti di credito scolastico (su un massimo di 40).
  2. Punteggio d’esame minimo: deve ottenere almeno 50 punti (su un massimo di 60) tra la prima prova, la seconda prova e il colloquio orale.

Solo al raggiungimento del punteggio complessivo minimo di 80/100 (dato dalla somma di 30 + 50), il candidato potrà essere preso in considerazione per l’assegnazione dei 5 punti integrativi.


Criteri di assegnazione

L’attribuzione dei 5 punti è a discrezione della commissione d’esame, la quale stabilisce criteri interni e li verbalizza ufficialmente prima dell’inizio delle prove:

  • Prima prova scritta (italiano): tra 18 e 20
  • Seconda prova scritta: tra 18 e 20 
  • Colloquio orale: i punti verranno assegnati in base all’originalità, alla capacità di fare i collegamenti fra le varie discipline in modo fluido e alla completezza dell’esposizione.
Aspetto Note
Bonus ≠ Lode 5 punti bonus non contano per ottenere la lode. Per avere la lode, devi fare 100/100 senza usare i posti bonus, ovvero con crediti e prove massimi, e ottenere l’unanimità della commissione
Non automatici Anche se hai 30 crediti e 50 punti, non significa che automaticamente riceverai i bonus: serve il giudizio «meritevole» da parte della commissione.
PCTO e condotta Come parte dei crediti, la condotta e la partecipazione ai PCTO (senza cui non puoi accedere all’esame) sono fondamentali. I crediti massimi si ottengono anche con condotta da 9 o 10 .

 

Come correggere i compiti di un alunno con i DSA

Molto spesso, bambini e ragazzi si scoraggiano quando si trovano davanti a un compito pieno di segni rossi.

Questo senso di frustrazione può essere talmente forte da spegnere la motivazione a migliorare. Allora cosa si può fare?

Smettere di correggere gli errori? Certamente no: è proprio grazie alla correzione che lo studente può capire dove e perché ha sbagliato.

La soluzione non sta nell’evitare la correzione, ma nel trovare un modo più costruttivo e meno “traumatizzante” per farla.
  • Un primo passo può essere abbandonare la penna rossa, che spesso ha un impatto visivo troppo forte e percepito come punitivo. Si possono usare invece colori più neutri e rassicuranti, come il verde o l’azzurro.
  • Un’altra strategia efficace è l’autocorrezione. L’insegnante può, ad esempio, segnalare la presenza di un errore mettendo un pallino all’inizio della riga interessata, invitando lo studente a rileggere e trovare l’errore da solo.
  • Se questo non basta, si può procedere con pallini posizionati sotto le parole sbagliate. Se una parola contiene più errori, si possono indicare con più pallini, uno per ogni errore. In questo modo, si guida l’alunno verso una maggiore consapevolezza e autonomia.
  • Nei ragazzi con disgrafia, è frequente che gli stessi errori vengano ripetuti più volte: ad esempio, scrivere sempre “arbero” invece di “albero”, oppure variare l’ortografia di una parola nel corso dello stesso testo. In questi casi, è utile creare una rubrica personale degli errori, dove annotare le parole che creano difficoltà. Questo strumento potrà poi essere consultato al bisogno.
  • Infine, se un’intera frase risulta incompleta o poco chiara, si può chiedere allo studente di spiegare verbalmente il concetto che voleva esprimere. L’insegnante potrà poi aiutarlo a riformulare correttamente la frase per iscritto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Molto spesso i bambini e i ragazzi si scoraggiano nel vedere nel proprio compito una miriade di segni rossi…..

Lo scoraggiamento è talmente alto che spesso toglie la voglia di fare meglio, come fare dunque?

Non correggere gli errori? No, come farebbero altrimenti a sapere dove sbagliano e perchè?

Dunque?

Si possono correggere gli errori senza “traumatizzare” troppo gli alunni.

  • Prima di tutto sarebbe il caso di cestinare la penna rossa, troppo invasiva, al suo posto si possono usare altri colori come il verde o l’azzurro
  • Per correggere un compito si può usare l’autocorrezione da parte dello studente, l’insegnante può mettere a inizio riga un pallino dove c’è l’errore, e chiedere al ragazzo di autocorreggersi, in questo modo si da la possibilità di far capire all’alunno dove e perchè ha sbagliato
  • Se il ragazzo non riesce ha trovare l’errore i pallini si possono mettere sotto ad ogni parola errata e poi farla autocoreggere
  • Se in una stessa parola c’è più di un errore, si possono mettere tanti pallini quanti sono gli errori e poi farla autocorregere
  • Spesso nei ragazzi con disgrafia, gli errori vengono ripetuti, perchè credono che quella parola si scriva così (arbero invece di albero), oppure una stessa parola all’interno di un testo è scritta in dieci modi diversi, quindi sarebbe utile organizzare una rubrica dove scrivere le “proprie” parole sbagliate, in modo da fare un elenco da consultare all’occorenza
  • Se tutto un periodo è sbagliato o non completo, chiedere allo studente di spiegare il concetto che voleva dire a voce, l’insegnante può poi aiutare l’alunno a riscriverlo nel modo corretto

Patente di guida: nuove tutele per i candidati con DSA anno 2024

Nelle scorse settimane sono state introdotte nuove disposizioni normative a tutela delle persone con DSA che vogliono conseguire la patente di guida. 

Obbligo di formazione sui DSA per gli istruttori di scuola guida

Con il decreto dell’1 febbraio 2024 , n. 34  «Regolamento recante la disciplina dei corsi di formazione e procedure per l’abilitazione di insegnanti e di istruttori di autoscuola» del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si prospetta una maggior tutela dei diritti delle persone con DSA che conseguiranno la patente di guida: è stato introdotto infatti, per gli istruttori di scuola guida, l’obbligo di frequentare ogni due anni un corso di formazione di 5 ore con particolare attenzione alle metodiche di insegnamento per allievi con disturbi  specifici dell’apprendimento, tenuto da medici o psicologi.

Certificati di Abilitazione Professionale KA e KB: misure compensative per i candidati con DSA 

KA e KB sono Certificati di Abilitazione Professionale obbligatori rispettivamente per la guida professionale di motoveicoli e autovetture (es. noleggio conducente e taxi).

Dal momento che l’esame per il conseguimento di certificato di abilitazione professionale di tipo KA e KB non è ancora stato informatizzato, e quindi il file audio delle prove non è disponibile, il MIT ha emesso la Circolare n. 12105 del 24 aprile 2024, in base alla quale sono previste misure compensative in sede di esame per candidati con certificazione DSA. Il direttore dell’Ufficio di Motorizzazione Civile (UMC) accorda al candidato la possibilità di sostenere la prova:

– con l’ausilio di una persona, appartenente dell’UMC stesso, che legga i quesiti dei quali si compone la scheda (in sostituzione del file audio);

– con una maggiorazione del tempo pari a 10 minuti.

Scopri tutte le tutele per i candidati con DSA

Le tutele introdotte con i provvedimenti sopra indicati vanno a rafforzare le misure già previste per i candidati con DSA che vogliono conseguire la patente di guida, il patentino dei ciclomotori, la carta di qualificazione del conducente (CQC) e la patente nautica: file audio dei quiz e tempo aggiuntivo.

Per maggiori informazioni sulle misure previste e su come accedervi, è possibile fare riferimento a questa pagina del sito AID.

Fonte: AID

DECRETO 34 del 1° febbraio 2024 che va a modificare il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 26 gennaio 2011, n. 17, recante: «Regolamento recante la disciplina dei corsi di formazione e procedure per l’abilitazione di insegnanti e di istruttori di autoscuola.».

Allegato 1

Allegato 2

Allegato 2 bis

Cosa significa programmare una verifica

Programmare una verifica per un alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) è un’azione didattica fondamentale e rappresenta, allo stesso tempo, sia uno strumento compensativo che dispensativo.

Per questo motivo, deve essere esplicitamente prevista e descritta nel Piano Didattico Personalizzato (PDP).

La programmazione delle verifiche implica che il docente concordi in anticipo con lo studente le date delle prove, specificando quali argomenti saranno oggetto di valutazione.

Questo vale sia per le verifiche scritte (che normalmente vengono già calendarizzate), sia – e soprattutto – per quelle orali, che spesso risultano più difficili da gestire per lo studente con DSA.

Programmare significa dunque:
  • Stabilire con chiarezza una data per la verifica (accordandosi con lo studente).

  • Definire insieme gli argomenti su cui verterà.

  • Accordarsi sui tempi di preparazione, lasciando allo studente un adeguato numero di giorni per organizzare lo studio.

  • Verificare che nella stessa giornata non siano previste altre verifiche con altri docenti, per evitare un sovraccarico eccessivo che comprometterebbe le possibilità di concentrazione e rendimento dello studente. In caso di sovrapposizione, il docente dovrà spostare la verifica ad un’altra data.

Tutti questi aspetti devono essere riportati nel PDP.
  • Il canale di comunicazione scelto per informare lo studente e la famiglia 

  • La non sovrapposizione di verifiche, da monitorare e rispettare per garantire una distribuzione equilibrata dei carichi di studio e valutazione.

La comunicazione della programmazione di una verifica può avvenire in due modi:
  1. Scrittura autonoma sul diario da parte dello studente, ma con il docente che verifica sempre che l’annotazione sia stata fatta in modo corretto.

  2. Inserimento della comunicazione nel registro elettronico, nell’area privata accessibile solo allo studente e alla sua famiglia.

È importante tenere conto che molti studenti con DSA hanno notevoli difficoltà nella gestione autonoma del diario e dell’organizzazione personale, quindi è essenziale che il docente si faccia carico di garantire che le informazioni siano chiare, accessibili e condivise per tempo.

Gestione delle verifiche/interrogazioni in caso di assenza dello studente

Nel caso in cui lo studente risulti assente alla data prevista per una verifica/interrogazione, è necessario stabilire anticipatamente la modalità di recupero. Tale modalità dovrà essere chiaramente indicata nel PDP (Piano Didattico Personalizzato), al fine di garantire trasparenza, equità e coerenza con quanto previsto dalle misure dispensative e compensative.

Si raccomanda di specificare nel PDP se:
  • la verifica/interrogazione verrà riprogrammata in una data successiva concordata con lo studente;

  • la verifica/interrogazione si svolgerà il primo giorno utile al rientro in classe, previa comunicazione della disciplina oggetto di verifica.

Definire questi aspetti nel PDP evita malintesi o situazioni spiacevoli, assicurando una gestione serena e condivisa del percorso di valutazione.

 

In sintesi, programmare una verifica per un ragazzo con DSA non è solo un gesto organizzativo, ma un vero e proprio atto di inclusione didattica, che permette allo studente di affrontare la prova con maggiore serenità, consapevolezza e possibilità di successo.

 

Sito di Supporto allo studio per tutti gli studenti in modo particolare Bambini e Ragazzi con BES