Permanenza di un anno alla scuola dell’infanzia

È possibile chiedere la permanenza alla scuola dell’infanzia per un ulteriore anno dopo il sesto anno di età?

Le norme sulla permanenza all’infanzia, confermate anche nelle circolari delle iscrizioni per l’anno 2020 vedere la n. 20651 del 12/11/20 pag. 10 troviamo scritto: “Con riferimento alle deroghe all’obbligo di istruzione riguardanti bambini di sei anni con disabilità o arrivati per adozione internazionale, relative al trattenimento per un anno alla scuola dell’infanzia, si ricorda che le stesse sono consentite su richiesta della famiglia, in casi circostanziati, supportati da documentazione che ne attesti la necessità e in via del tutto eccezionale.”

I genitori possono chiedere la permanenza all’infanzia ma la decisione finale spetta al dirigente che, se la rifiuta, dovrà adeguatamente motivarla.

Vedere  Nota n. 40055/2023 sulle iscrizioni a pag. 10:
«Con riferimento alle deroghe all’obbligo di istruzione riguardanti bambini di sei anni con disabilità o che sono stati adottati, concernenti il possibile trattenimento per un anno nella scuola dell’infanzia, si ricorda che le stesse sono consentite su richiesta della famiglia in casi circostanziati, supportati da documentazione che ne attesti la necessità, e in via del tutto eccezionale».

L’ultima decisione spetta al dirigente che nel caso non accetti la permanenza deve motivare la la decisione per iscritto.

Se la documentazione prodotta dalla famiglia è considerata sufficiente ma il dirigente dà parere contrario ci si può rivolgere al TAR.

Ci sono diverse sentenze del TAR che hanno accolto la richiesta dei genitori, cercare con Google “permanenza infanzia sentenza TAR”.

ATTENZIONE

Secondo la normativa nazionale la decisione spetta solo al dirigente ma in alcune regioni è previsto un controllo da parte dell’Ufficio Scolastico.

ANNO PONTE O FREQUENZA MISTA

A pag 19 della nota n. 20651 del 12/11/20 viene esclusa la possibilità di andare oltre i sette anni, ossia di ripetere il trattenimento per una seconda volta.

In questi casi c’è un’altra strada che si può tentare e proporre alla scuola, del tutto informale: si tratta di approvare un progetto che qualcuno chiama di “anno ponte” o “frequenza mista” che prevede che il bambino sia formalmente iscritto alla primaria ma di fatto continui a frequentare la scuola dell’infanzia, come prima.

Avrà un insegnante di sostegno della primaria, ma per il resto non cambia nulla per lui.

Questa sistemazione può durare per tutto l’anno o solo per alcuni mesi, se nel frattempo si valuta sia conveniente il passaggio.

Se rimane all’infanzia fino a giugno, alla fine dell’anno sarà dichiarato respinto e l’anno successivo sarà formalmente e regolarmente in prima.

Se primaria e infanzia fanno parte di uno stesso istituto comprensivo si può fare senza tanti problemi. Più complesso, ma non impossibile, se sono coinvolti due istituti diversi perché per farlo va sottoscritta una convenzione.

 

Diari Scolastici

Qui di seguito suggerimenti per i diari dei bambini/ragazzi, da scegliere secondo l’età e le loro caratteristiche individuali

(cliccare sull’immagine di copertina per andare nel sito di provenienza)

Diari giornalieri (studiati per le caratteristiche specifiche dei ragazzi con DSA)

   

 

Diari/agende Settimanali

Utili qundo i compiti non sono tanti e si vuole dare al bambino/ragazzo una prospettiva immediata degli impegni di tutta la settimana (solo alcuni suggerimenti poi cercate vuoi un diario con copertina e struttura che piacciono al ragazzo). 

 
     
     

 

Diari classici personalizzati dalle mamme

Agenda per l’insegnante di sostegno

Video su Tik Tok

Agenda per l’insegnante curricolare

La valutazione periodica e finale degli alunni

La valutazione periodica e finale degli alunni è effettuata collegialmente dai docenti contitolari della classe Dlgs 62  del 2017 art. 2 c. 3.

I docenti di sostegno partecipano alla valutazione di TUTTI  gli alunni della classe,  non solo di quelli che hanno la legge 104/92 art 2 comma 6.

Se ci fossero in una classe più insegnanti di sostegno, il loro voto deve essere concordato in un unico voto, per la sec. di 2° grado  DPR122/2009 art. 4 comma 1.

Cos’è il PTOF e perché è importante per la scuola

Il PTOF, acronimo di Piano Triennale dell’Offerta Formativa, è uno strumento fondamentale per ogni istituzione scolastica italiana.

Non si tratta solo di un documento formale, ma di una vera e propria “carta d’identità” della scuola, che ne descrive l’identità educativa, gli obiettivi, l’organizzazione e le attività didattiche e progettuali previste nell’arco di un triennio.

Introdotto con la Legge 107/2015 (la cosiddetta “Buona Scuola”), il PTOF viene elaborato dal Collegio dei Docenti e approvato dal Consiglio d’Istituto.

Deve essere coerente con le linee guida del Ministero dell’Istruzione, ma anche rispondere alle esigenze specifiche del territorio, delle famiglie e degli studenti.

Nel PTOF si trovano, ad esempio, i progetti extracurriculari, le strategie per l’inclusione, l’utilizzo delle risorse, le modalità di valutazione e tutte le azioni volte al miglioramento dell’offerta formativa.

È quindi uno strumento trasparente e partecipativo, che coinvolge tutta la comunità scolastica e permette a studenti e genitori di conoscere l’offerta educativa della scuola in modo chiaro e strutturato.

In sintesi, il PTOF non è solo un obbligo normativo, ma una vera opportunità per costruire una scuola più aperta, consapevole e in dialogo con il proprio territorio.

Cos’è il PAI (Piano Annuale per l’Inclusività) nella Scuola

Il PAI, acronimo di Piano Annuale per l’Inclusività, è un documento fondamentale che ogni istituzione scolastica elabora per garantire il diritto allo studio a tutti gli alunni, in particolare a quelli con Bisogni Educativi Speciali (BES).

A cosa serve il PAI?

Il PAI ha l’obiettivo di:

  • Promuovere l’inclusione scolastica, valorizzando le diversità e garantendo pari opportunità educative.
  • Pianificare e coordinare le strategie inclusive dell’istituto scolastico.
  • Sostenere docenti e famiglie nel percorso educativo degli studenti con BES.
  • Valutare i risultati delle azioni inclusive intraprese negli anni precedenti e programmare interventi futuri.

A chi è rivolto?

Il PAI è rivolto principalmente:

  • Agli studenti con disabilità (con certificazione ai sensi della Legge 104/92).
  • Agli studenti con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento – Legge 170/2010).
  • Agli alunni con altri BES, come difficoltà linguistiche, socio-economiche o culturali, anche senza una certificazione formale.

Chi lo redige?

Il PAI viene redatto annualmente dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI), che coinvolge:

  • Dirigente scolastico
  • Referente per l’inclusione
  • Docenti curricolari e di sostegno
  • Figure professionali specialistiche (se presenti)
  • Rappresentanti delle famiglie e, in alcuni casi, degli studenti

Cosa contiene il PAI?

Nel PAI vengono specificati:

  • Le risorse umane e materiali disponibili (docenti di sostegno, educatori, strumenti compensativi e misure dispensative)
  • Le azioni formative rivolte al personale scolastico
  • Le strategie didattiche inclusive
  • I progetti attivati nell’anno scolastico
  • I criteri per il monitoraggio e la valutazione dell’inclusione

Perché è importante?

Un PAI ben strutturato contribuisce a:

  • Costruire un ambiente scolastico accogliente, rispettoso e aperto alla diversità
  • Favorire la partecipazione attiva di tutti gli alunni
  • Migliorare la qualità dell’offerta formativa
  • Rendere più efficace la collaborazione tra scuola, famiglia e territorio. 

Sito di Supporto allo studio per tutti gli studenti in modo particolare Bambini e Ragazzi con BES