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Tutor DSA cosa fa, qual è la differenza con chi fa ripetizioni?

Deve aver fatto un corso specifico ed avere poi il diploma/attestato.

Ci sono tutor con attestato di poche ore di formazione (week end) oppure di mesi, una laurea negli ambiti dell’educazione o della psicologia o un master, anche per questo che i costi variano molto da professionista  a profesionista.

  • Attualmente è una figura non normata a livello di legge.

Le competenze che deve avere un tutor DSA sono tantissime, ecco le principali:

🎯 Saper leggere una certificazione

🎯 Saper leggere un PDP

🎯 Avere le competenze per eventuali colloqui con i professori, psicologi e altri professionisti

🎯 Saper stilare report dell’andamento delle attività che sta svolgendo

🎯 Conoscere gli strumenti compensativi e dispensativi tradizionali e digitali tra cui mappe concettuali, sintesi vocali, per ogni materia ce n’è almeno uno

🎯 deve saper insegnare un metodo di studio e come Vanno costruite le mappe concettuali per portare lo studente all’autonomia

🎯 Deve sapere alla perfezione le varie normative per dare supporto alla famiglia e alla scuola

🎯 Essere consapevole che spesso gli studenti con DSA hanno in comorbilità altre difficoltà, spesso veramente impattanti

🎯 Saper gestire a livello emotivo le situazioni che si possono creare con lo studente ed insegnare allo studente la regolazione delle emozioni

🎯 Saper dialogare con i genitori e costruire un ambiente favorevole all’apprendimento

 

La famiglia può chiedere che al GLO partecipano esperti professionisti privati (logopedista, neuropsichiatra, o altra figura) che seguono il figlio?

Assolutamente sì, si deve fare la richiesta al dirigente.

E’ consentita la partecipazione di un solo esperto privato in qualità di membro stabile del gruppo, DL 182 del  2020 (modificato dal DL 153 del 2023) art. 3 c. 6:

«6. Il Dirigente scolastico può autorizzare, ove richiesto, la partecipazione di non più di un esperto indicato dalla famiglia. La suddetta partecipazione ha valore consultivo e non decisionale. »

E ancora Linee Guida ALLEGATO  B del DL 153/23 pag. 8
«Prima di nominare i soggetti esterni, il Dirigente scolastico acquisisce la loro disponibilità ad accettare l’incarico e l’impegno a rispettare la riservatezza necessaria.
La famiglia è tenuta a presentare gli specialisti privati e ad autorizzarli a partecipare agli incontri, nonché a mantenere riservati i dati sensibili, nel rispetto delle norme sulla privacy. »

È comunque possibile invitare, di volta in volta, altre figure esterne in qualità di partecipanti ai singoli incontri del GLO, le Linee Guida, a pagina 9, precisano che:
«Su invito formale del Dirigente scolastico e – in caso di privati esterni alla scuola – acquisita l’autorizzazione dei genitori per la privacy, possono partecipare ai singoli incontri del GLO, per tutta la durata o limitatamente ad alcuni punti all’ordine del giorno, anche altre persone il cui supporto viene ritenuto utile ai lavori del gruppo.»

È importante chiarire il significato della partecipazione “a titolo consultivo e non decisionale”: tale espressione indica che i soggetti esterni non hanno potere deliberativo, ovvero non determinano l’esito delle decisioni (come l’approvazione del PEI).

Tuttavia, ciò non limita in alcun modo la possibilità di esprimere liberamente il proprio punto di vista su tutte le questioni trattate, al pari degli altri membri del gruppo.

ATTENZIONE

Nessuna norma parla più del compenso degli specialisti.

C’era una annotazione al riguardo nella versione precedente delle linee guida allegate al DL 182/20, ma è stata eliminata nel 2023.

Le 4 DIMENSIONE del PEI

Le 4 DIMENSIONE del PEI:

  1. Dimensione della relazione, socializzazione e interazione :si faccia riferimento alla sfera affettivo relazionale, considerando l’area del sé, il rapporto con gli altri, la motivazione verso la relazione consapevole, anche con il gruppo dei pari, le
    interazioni con gli adulti di riferimento nel contesto scolastico, la motivazione all’apprendimento
  2. Dimensione della comunicazione e del linguaggio:  si faccia riferimento alla competenza linguistica, intesa come comprensione del linguaggio orale, produzione verbale e relativo uso comunicativo del linguaggio verbale o di linguaggi alternativi o integrativi; si consideri anche la dimensione comunicazionale, intesa come modalità di interazione, presenza e tipologia di contenuti prevalenti, utilizzo di mezzi privilegiati
  3. Dimensione dell’autonomia e dell’orientamento: si faccia riferimento all’autonomia della persona e all’autonomia sociale, alle dimensioni motorio-prassica (motricità globale, motricità fine, prassie semplici e complesse) e sensoriale (funzionalità visiva, uditiva, tattile)
  4. Dimensione cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento: capacità mnesiche, intellettive e organizzazione spazio-temporale; livello di sviluppo raggiunto in ordine alle strategie utilizzate per la risoluzione di compiti propri per la fascia d’età, agli stili cognitivi, alla capacità di integrare competenze diverse per la risoluzione di compiti, alle competenze di lettura, scrittura, calcolo, decodifica di testi o messaggi

Docente curricolare e docente di sostegno DEVONO COLLABORARE l’alunno NON E’ dell’insegnante di sostegno

Il principio della corresponsabilità educativa è alla base del sistema di inclusione scolastico italiano, è stato rilanciato con il DL 66 del 2017 e il Decreto attuativo 182 del 2020 rivisto e corretto dal  DL 153 del 2023 attraverso due importanti innovazioni operative:

  1. l’istituzione del GLO, al quale partecipano “tutti” gli insegnanti dell’alunno con disabilità,
  2. il nuovo PEI che ha una sezione specifica, la n. 8, in cui va specificato cosa faranno e impareranno e come saranno valutati in ogni materia.

Corresponsabilità significa, ovviamente, condivisione delle responsabilità, ossia rispondere dei risultati delle proprie azioni.

L’insegnante di matematica, ad esempio,  è responsabile di quello che i suoi alunni imparano in matematica e ne risponde: dal punto di vita etico e professionale, prima di tutto, ma anche amministrativo, disciplinare e oltre, se i suoi alunni di matematica non imparano nulla. E in questo caso ovviamente è il dirigente che interviene.

Questo vale, pari pari, anche per gli alunni con disabilità.

La differenza è che quello che devono imparare non è definito dai programmi o dai libri di testo, ma da una programmazione personalizzata che si chiama PEI che anche l’insegnante di matematica, come membro del GLO, ha contribuito da definire.

Altra differenza è che c’è un collega, l’insegnante di sostegno appunto, che lo può aiutare ad attivare questa personalizzazione ma ovviamente lui deve fare la sua parte.

Se non è così, deve intervenire il dirigente, altrimenti è responsabile tanto quanto il docente che pensa sia suo diritto non occuparsi di questi alunni.

Osonero lingua straniera, differenza fra ragazzi con DSA e Disabilità

Nella scuola secondaria di primo grado

Se lo studente presenta dei DSA severi, e se richiessto da specialisti e famiglia, può essere esonerato dalle lingue straniere (legge 170/ 10 e suo decreto attuativo Dl 5669/11).

Per ciò che rigurda la seconda lingua è fattibile in quanto poi nella scelta della scuola superiore si sceglierà un indirizzo che non abbia una seconda lingua straniera.

Cosa ben diversa è l’esonero totale dalla prima lingua (inglese), sulla carta è possibile, ma poi ci saranno graavi ripercussioni sul preseguo scolastico in quanto alle superriori, esonerare significa non conseguire il diploma, quindi meglio non farlo neanche nel primo grado.

IL PARADOSSO E’ LA QUESTIONE PER I RAGAZZI CON DISABILITA’

Per la scuola secondaria di primo grado è sempre possibile l’esonero, in quanto il diploma è sempre dato anche se si semplifica “all’osso” le discipline.

Ma per la secondario di secondo grado, anche se il ragazzo fa un percorso C (differenziato) non è possibile esonerare da nessuna disciplina Dl 153/23 art 10 comma  1: ” Per gli alunni con disabilità che frequentano le scuole secondarie di secondo grado non è previsto l’esonero dall’insegnamento di una o più discipline presenti nel piano di studi”.

Ovviamente non sarà chiesto un programma chel’alunno non può fare, ma comunque una valutazione deve esserci, quindi qualcosa deve fare (es. inglese riconoscere i colori, o dire i nomi di alcuni animali, altro…)