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Referente coordinatore per l’inclusione e funzione strumentale

Le figure strumentali hanno origine dal contratto di lavoro della scuola (art.33 del CCNL scuola 2006/2009).

È il collegio dei docenti che definisce quali FS attivare (non è obbligatorio avere una FS per l’inclusione) e individua per ciascuna i docenti assegnati.

La figura del coordinatore per l’inclusione deriva da una nota MIUR del 2015 n. 37900 che istituisce dei corsi di formazione specifici per i docenti di sostegno specializzati destinati a svolgere ruoli di coordinamento rispetto i temi dell’inclusione.

Negli anni successivi sono state organizzate altre annualità di questi corsi di formazione.

Ricapitolando:

- la funzione strumentale, decisa dal collegio dei docenti

- il docente referente per l'inclusione, che viene nominato dal dirigente

 

Il 6 Dislessico

Il sei dislessico, cos’è?

Il sei dislessico è quella sufficienza che viene data al bambino/ragazzo con uno o più DSA perché supera la prova valutativa con gli strumenti compensativi.

Il ragionamento ERRATO  che fanno alcuni insegnanti è, visto che lo studente ha sostenuto la verifica con gli strumenti e anche se la prova sarebbe da un voto più che positivo (7,8,9 o 10)  proprio per l’utilizzo di quello strumento (previsto dalla normativa e dal PDP), il suo voto sarà 6, perchè “non è giusto” nei confronti dei compagni di classe che non hanno utilizzato strumenti (ma che non hanno neanche le medesime neurodivergenze).

Capite bene che un ragionamento del genere non sta né in cielo né in terra,  non è corretto né sul piano etico, né sul piano normativo (legge 170/10 e DM 5669/11 e linee guida allegate).

Facciamo un esempio di paragone:

se un bambino miope supera una verifica, non gli si mette 6 perché l’ha superata utilizzando uno strumento che compensa la mancanza di vista, gli occhiali. 

Gli strumenti compensativi per i ragazzi con DSA compensano una abilità deficitaria dello studente mettendolo sullo stesso piano degli altri, non sono dei facilitatori. 

Nei disturbi specifici dell’apprendimento abbiamo una variabile in più, perché utilizzando gli occhiali  correggo la miopia sino a 10 decimi, mentre invece utilizzando gli strumenti compensativi, l’apprendimento non ha un limite, la conoscenza non ha un limite,  MA INVECE VIENE LIMITATA LA MOTIVAZIONE CON UN VOTO INGIUSTO.

Quindi se uno studente con DSA utilizza gli strumenti compensativi e merita 8, 9 o 10 E’ GIUSTO  che quel voto gli venga messo, anche perché quando merita un voto negativo gli viene messo con molta tranquillità, senza domandarsi se quel voto è dato da una non effettiva conoscenza dell’argomento, o  da una verifica non strutturata correttamente secondo il profilo di funzionamento, o addirittura da una inadempienza del PDP.

Insieme agli importantissimi progetti sulla giustizia, sull’integrazione, sull’inclusione, facciamo le cose per bene dando ad ognuno il voto che merita, il più grande nemico dei ragazzi con DSA è la mancata consapevolezza di chi non li conosce.

Uso di Chat GPT per semplificare un testo

Andare sul sito di ChatGPT

Immettere il Promt (=comando) nello spazio e cliccare sulla freccia

“Semplifica questo testo per un bambino di 8 anni

Il metodo etnografico
A cavallo tra XIX e XX secolo la ricerca antropologica comincia ad avvalersi di un metodo particolare, chiamato metodo etnografico. Grazie a esso gli antropologi……………..”

In pochi secondi si avrà il testo semplificato

A questo punto si può anche chiedere di trasformare il testo ottenuto in mappa concettuale ad albero

Messa così non è bellissima, ma si possono copiare i vari nodi nel programma per mappe che abitualmente usate.

Permanenza di un anno alla scuola dell’infanzia

È possibile chiedere la permanenza alla scuola dell’infanzia per un ulteriore anno dopo il sesto anno di età?

Le norme sulla permanenza all’infanzia, confermate anche nelle circolari delle iscrizioni per l’anno 2020 vedere la n. 20651 del 12/11/20 pag. 10 troviamo scritto: “Con riferimento alle deroghe all’obbligo di istruzione riguardanti bambini di sei anni con disabilità o arrivati per adozione internazionale, relative al trattenimento per un anno alla scuola dell’infanzia, si ricorda che le stesse sono consentite su richiesta della famiglia, in casi circostanziati, supportati da documentazione che ne attesti la necessità e in via del tutto eccezionale.”

I genitori possono chiedere la permanenza all’infanzia ma la decisione finale spetta al dirigente che, se la rifiuta, dovrà adeguatamente motivarla.

Vedere  Nota n. 40055/2023 sulle iscrizioni a pag. 10:
«Con riferimento alle deroghe all’obbligo di istruzione riguardanti bambini di sei anni con disabilità o che sono stati adottati, concernenti il possibile trattenimento per un anno nella scuola dell’infanzia, si ricorda che le stesse sono consentite su richiesta della famiglia in casi circostanziati, supportati da documentazione che ne attesti la necessità, e in via del tutto eccezionale».

L’ultima decisione spetta al dirigente che nel caso non accetti la permanenza deve motivare la la decisione per iscritto.

Se la documentazione prodotta dalla famiglia è considerata sufficiente ma il dirigente dà parere contrario ci si può rivolgere al TAR.

Ci sono diverse sentenze del TAR che hanno accolto la richiesta dei genitori, cercare con Google “permanenza infanzia sentenza TAR”.

ATTENZIONE

Secondo la normativa nazionale la decisione spetta solo al dirigente ma in alcune regioni è previsto un controllo da parte dell’Ufficio Scolastico.

ANNO PONTE O FREQUENZA MISTA

A pag 19 della nota n. 20651 del 12/11/20 viene esclusa la possibilità di andare oltre i sette anni, ossia di ripetere il trattenimento per una seconda volta.

In questi casi c’è un’altra strada che si può tentare e proporre alla scuola, del tutto informale: si tratta di approvare un progetto che qualcuno chiama di “anno ponte” o “frequenza mista” che prevede che il bambino sia formalmente iscritto alla primaria ma di fatto continui a frequentare la scuola dell’infanzia, come prima.

Avrà un insegnante di sostegno della primaria, ma per il resto non cambia nulla per lui.

Questa sistemazione può durare per tutto l’anno o solo per alcuni mesi, se nel frattempo si valuta sia conveniente il passaggio.

Se rimane all’infanzia fino a giugno, alla fine dell’anno sarà dichiarato respinto e l’anno successivo sarà formalmente e regolarmente in prima.

Se primaria e infanzia fanno parte di uno stesso istituto comprensivo si può fare senza tanti problemi. Più complesso, ma non impossibile, se sono coinvolti due istituti diversi perché per farlo va sottoscritta una convenzione.

 

Cosa significa programmare una verifica

Programmare una verifica per un alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) è un’azione didattica fondamentale e rappresenta, allo stesso tempo, sia uno strumento compensativo che dispensativo.

Per questo motivo, deve essere esplicitamente prevista e descritta nel Piano Didattico Personalizzato (PDP).

La programmazione delle verifiche implica che il docente concordi in anticipo con lo studente le date delle prove, specificando quali argomenti saranno oggetto di valutazione.

Questo vale sia per le verifiche scritte (che normalmente vengono già calendarizzate), sia – e soprattutto – per quelle orali, che spesso risultano più difficili da gestire per lo studente con DSA.

Programmare significa dunque:
  • Stabilire con chiarezza una data per la verifica (accordandosi con lo studente).

  • Definire insieme gli argomenti su cui verterà.

  • Accordarsi sui tempi di preparazione, lasciando allo studente un adeguato numero di giorni per organizzare lo studio.

  • Verificare che nella stessa giornata non siano previste altre verifiche con altri docenti, per evitare un sovraccarico eccessivo che comprometterebbe le possibilità di concentrazione e rendimento dello studente. In caso di sovrapposizione, il docente dovrà spostare la verifica ad un’altra data.

Tutti questi aspetti devono essere riportati nel PDP.
  • Il canale di comunicazione scelto per informare lo studente e la famiglia 

  • La non sovrapposizione di verifiche, da monitorare e rispettare per garantire una distribuzione equilibrata dei carichi di studio e valutazione.

La comunicazione della programmazione di una verifica può avvenire in due modi:
  1. Scrittura autonoma sul diario da parte dello studente, ma con il docente che verifica sempre che l’annotazione sia stata fatta in modo corretto.

  2. Inserimento della comunicazione nel registro elettronico, nell’area privata accessibile solo allo studente e alla sua famiglia.

È importante tenere conto che molti studenti con DSA hanno notevoli difficoltà nella gestione autonoma del diario e dell’organizzazione personale, quindi è essenziale che il docente si faccia carico di garantire che le informazioni siano chiare, accessibili e condivise per tempo.

Gestione delle verifiche/interrogazioni in caso di assenza dello studente

Nel caso in cui lo studente risulti assente alla data prevista per una verifica/interrogazione, è necessario stabilire anticipatamente la modalità di recupero. Tale modalità dovrà essere chiaramente indicata nel PDP (Piano Didattico Personalizzato), al fine di garantire trasparenza, equità e coerenza con quanto previsto dalle misure dispensative e compensative.

Si raccomanda di specificare nel PDP se:
  • la verifica/interrogazione verrà riprogrammata in una data successiva concordata con lo studente;

  • la verifica/interrogazione si svolgerà il primo giorno utile al rientro in classe, previa comunicazione della disciplina oggetto di verifica.

Definire questi aspetti nel PDP evita malintesi o situazioni spiacevoli, assicurando una gestione serena e condivisa del percorso di valutazione.

 

In sintesi, programmare una verifica per un ragazzo con DSA non è solo un gesto organizzativo, ma un vero e proprio atto di inclusione didattica, che permette allo studente di affrontare la prova con maggiore serenità, consapevolezza e possibilità di successo.