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Come spiegare ai ragazzi cosa sono i Disturbi Specifici di Apprendimento

Il cercare di spiegare ai bambini che cos’è la dislessia e come questa influisce sul loro modo di apprendere non è cosa semplice e spesso non è semplice neanche spiegarlo ad un adulto

Cosa dire allora ad un bambino?

La verità: l’importante è che la si dica in modo semplice.

La psicologa americana Ania Siwek (2009), esperta nell’ambito dei disturbi di apprendimento, ha coniato una bellissima metafora per spiegare i Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

Parlare attraverso metafore può avvicinare al magico mondo dei bambini, che non sempre hanno la capacità di comprendere davvero ciò che accade attorno a loro.

Rabbia, dolore, paura, vergogna, gelosia, senso di frustrazione, rimorso, ansia sono sentimenti difficili da gestire e, talvolta, anche da identificare. Vederli prendere vita e forma può aiutare

Ecco la metafora di Ania Siwek in tre punti:

Punto 1: Come si impara? Macchine, autostrade e garage

Spiegate al bambino che l’apprendimento “avviene” nel cervello… Il nostro mondo è pieno di cose nuove e interessanti da sapere, che si chiamano informazioni. Le troviamo dappertutto: nei libri, in TV, nelle riviste, nelle parole delle altre persone, a scuola… Tutte queste informazioni, quando le ascoltiamo, vediamo, studiamo, “entrano” nel nostro cervello.

Le informazioni arrivano e si muovono nel cervello lungo dei percorsi simili alle autostrade. Nel cervello queste “autostrade” sono tante, vanno in direzioni diverse e sono percorse da tantissime macchine.

Queste specie di macchine trasportano le informazioni verso le diverse zone del cervello e sono velocissime. Ogni zona del cervello riceve tipi diversi di informazione. E’ come se nel cervello ci fossero dei garage per ogni tipo di cosa da imparare. Ad esempio, ci sono garage per le parole, per i numeri, per i nomi degli animali, e così via. Quando si impara una cosa nuova, una macchina trasporta quella informazione verso il suo garage privato. Quando vuoi ricordare una cosa che hai imparato tanto tempo fa, è come se una macchina andasse verso un garage, prendesse su l’informazione, e la trasportasse là dove serve.

Nelle autostrade del cervello, le informazioni possono viaggiare velocissime, perché non ci sono semafori o altri ostacoli. Ci vuole meno di un secondo perchè una macchina prenda l’informazione dal garage giusto e la porti a destinazione. Più veloce di un battito delle ciglia!

Punto 2: Una spiegazione di cosa significa avere un DSA

Quando si ha un DSA, alcune autostrade del cervello non sono così libere e veloci . E’ un po’ come se ci fosse una lunga coda di macchine. Non tutte le autostrade sono lente però, soltanto alcune.
Quando si è bloccati nel traffico, nessuno sa quando si arriverà. A volte la coda “si muove” veloce, altre volte è lentissima e ci vuole tantissimo tempo!

Avere un DSA è come avere una coda che rallenta moltissimo le autostrade che vanno e vengono dal garage della “lettura”, “scrittura” e “calcolo”. E’ una seccatura e spesso ci fa stare male o arrabbiare. Prova a ricordare l’ultima volta che ti sei trovato bloccato in macchina in una coda… è stato divertente? Avresti voluto arrivare subito? Ti sei sentito arrabbiato, stanco, annoiato? A qualcuno invece non dà nessun fastidio, tanto alla fine si arriva, anche se dopo tanto tempo e fatica…Capisci ora perchè ti senti in questo modo quando hai una difficoltà a scuola?

Questi rallentamenti causano tanti problemi. Quando si ha un DSA che si chiama dislessia, ci vuole molto più tempo e si fanno molti più errori degli altri quando si legge qualcosa. Infatti, c’è una lunga coda di macchine che viene e che va al garage delle lettere e delle parole, e tutto si muove lentamente.

Capita di confondere i suoni di alcune lettere “b” e “d”, a volte si tira a indovinare, a volte si molla perchè è troppo faticoso o perchè si è stufi di sbagliare. Nella matematica, si possono confondere i segni delle operazioni e fare un’operazione con il “+” invece che con il “x”. Imparare a memoria le tabelline è difficile. Anche cercare di raccontare una storia può essere un problema a causa delle code che si formano in alcune autostrade del cervello. Le parole giuste non arrivano mai in tempo quando si parla e viene da dire sempre “eh” “cioè” “coso”, “cosa”…

Punto 3: Aiutare il bambino a capire che il suo potenziale è illimitato

Avere un DSA rende alcune cose ancora più difficili. Ma la cosa da ricordarsi sempre è che ci sono dei trucchi che si possono imparare per rendersi la vita più semplice. Un po’ come trovare una “scorciatoia” per non dover perdere tempo nelle autostrade bloccate. Usare le scorciatoie aiuta le macchine a muoversi più velocemente!

Bisogna ricordarsi però che su queste scorciatoie, le cose non vanno sempre lisce. A volte prendere una scorciatoia porta velocemente dove bisogna andare, altre volte invece ci sono degli ostacoli che bisogna superare… Questo vuole dire che anche se si prende una scorciatoia mentre si scrive una parola difficile, si possono lo stesso fare degli errori. Ma di solito le scorcitoie funzionano benissimo e aiutano molto il traffico nel nostro cervello.

Un’altra cosa molto importante è che usando la stessa scorciatoia ogni volta, presto la conoscerai molto bene e eviterai tutti gli ostacoli. Così i compiti difficili faranno meno paura e ci saranno meno errori! Ricordati che per usare le scorciatoie bisogna essere anche un po’ coraggiosi e creativi… ecco perché tra le persone che hanno disturbi dell’apprendimento ce ne sono tante che hanno creato e inventato cose nuove e bellissime con il loro modo “diverso” di pensare.

Nel tuo cervello non manca niente e tutto funziona. L’unica differenza tra il tuo cervello e quello di un bambino che non ha un disturbo dell’apprendimento sono le “code” che si formano in certe autostrade. E certe macchine ci mettono di più per raggiungere il proprio garage. Ma, alla fine, ci arrivano.

La BICI-BANCO per gli studenti iperattivi (ADHD)

Di ADHD (sindrome sindrome da deficit di attenzione e iperattività) ne soffre dal 5% all’8% degli alunni.

Gli alunni maschi hanno una probabilità maggiore, quasi tre volte, di essere colpiti rispetto alle femmine.

Gli specialisti sono concordi nell’affermare che “Uno dei maggiori problemi nelle scuole è il deficit di attenzione. Ci sono studenti che hanno tanto bisogno di muoversi.  Ma spesso disturbano la classe.”

Quindi come conciliare questa loro caratteristica con il fatto che devono passere 5 -6 …… ore sui banchi?

BICI-BANCO-YOUR-EDU-ACTIONForse la risposta sta arrivando….. una fabbrica statunitense di biciclette  ha progettato la BICI-BANCO.

Può considerarsi un “incrocio” fra il tradizionale banco solastico e una cyclette, ovviamente senza manubrio e con un ripiano sotto al piano principale sul quale poggiare libri, quaderni, penne, matite, ecc…..

I prototipi sono stati portati in alcune scuole Statunitensi e Canadesi  i risultati sono stati sbalorditivi! Gli insegnanti hanno notato subito la differenza.

Visto che da noi ancora non è possibile reperirlo o per lo meno con costi accettabili, per chi volesse fare una prova, può optare con una semplice pedaliera da posizionare sotto il classsico banco.

 

pedalieraLa pedaliera è aquistabile online anche su amazon

Per pagare quota associativa AID con carta PostePay, nuova procedura

Pe chi volesse pagare la quota associativa all’AID di 40 €. per usufuire dei libri digitali e volesse pagare con carta PostePay da quest’anno c’è una novità!

carta-postepayL’AID è iscritta al servizio Verified by Visa quindi per fare la transazione è necessario collegare il proprio numero di cellulare alla carta stessa (si fa allo sportello postale ci vogliono 2 minuti) e poi registrarsi a questo link 3D Secure: Mastercard SecureCode e Verified by Visa (dalla registrazione del numero allo sportello e registrati al servizio, a quando potete fare la transazione devono passare almento 24 ore)  a questo punto potete tranquillamente pagare la quota associativa, durante la procedura vi arriverà sul cellulare una password che dovete mettere nello spazio che vi verrà indicato, e poi andare nel sito LibroAid e procedee all’ordine dei libri…… è tutto molto semplice!

 

Qua tutta la procedura per ordinare i libri digitali

Trasparenza degli atti amministrativi anche nella scuola

Non siamo abituati all’idea che il Comune , come ogni altra amministrazione pubblica, svolga una ulteriore importantissima funzione di servizio pubblico in uno stato democratico:
quella di soddisfare il bisogno di informazione, di trasparenza, di partecipazione, di facilità dell’accesso del cittadino ai servizi e alla gestione della cosa pubblica.
Il diritto a vedere tutelato e soddisfatto questo bisogno è sancito dalle Leggi dello Stato, una di queste Leggi e’ la legge 241/90 sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione.
In particolare l’art.2 per quello che concerne la definizione di una pratica ed essere indicato e reso pubblico il termine di conclusione il quale, se non viene definito alcun termine, la norma stabilisce che deve essere conclusa entro 30 giorni.
Il cittadino deve ricevere una comunicazione scritta (lettera, fax, telegramma) che lo avvisa dell’inizio della pratica che lo riguarda. La comunicazione è particolarmente importante quando la decisione della Amministrazione che conclude la pratica, può essere sfavorevole o comunque contro un interesse del cittadino.
Gli atti devono essere motivati, cioè devono essere spiegati i fatti e le ragioni per cui l’Amministrazione prende “particolari” decisioni e occorre altresì rendere pubblici i criteri e le modalità seguiti per dare contributi, sovvenzioni, sussidi…etc., a persone ed enti pubblici e privati che ne hanno fatto richiesta.
Esiste poi un articolo del Codice Penale che punisce il pubblico ufficiale o il responsabile amministrativo, che non abbia risposto a seguito della diffida con una ammenda e con una condanna…..ma a questo credo che non si debba mai arrivare, perché il buon senso e il rispetto verso il cittadino-utente sia doveroso da parte del responsabile del servizio e dell’Ente Locale.

Trasparenza degli atti amministrativi anche nella scuola

di Salvatore Nocera

Un genitore ha diritto ad avere informazioni dalla scuola circa il PEI del proprio figlio , sul perché egli non è stato convocato alla riunione di formulazione dello stesso, cui ha diritto di partecipare ( L.n. 104/92 art 12 comma 5), circa i risultati conseguiti dal figlio?

Risponde Salvatore Nocera:

Ai sensi della L.n. 241/90, chi ha interesse ad ottenere copia di un atto amministrativo, ha diritto ad averne copia. Nel caso di specie, non vi è dubbio che i genitori abbiano diritto ad avere tutta la documentazione amministrativa relativa all’integrazione scolastica del proprio figlio. Se i genitori desiderano però inoltre avere anche una “relazione sui risultati del percorso didattico svolto, il loro diritto ha come contenuto anche l’informazione sulla situazione scolastica del figlio, come per tutti i genitori. La scuola non può rifiutare tale informazione, perché ogni utente ha diritto di conoscere i risultati del servizio che viene reso. Nel caso di specie, tali risultati dovranno comunque risultare dai verbali dei Consigli di Classe e dagli scrutini quadrimestrali, di cui i genitori hanno diritto ad avere copia, per la sola parte riguardante il loro figliolo L.n. 241/90. Anzi i genitori debbono essere convocati dal Dirigente scolastico a partecipare alle riunioni del “Gruppo di lavoro sul caso”cosiddetto G L H operativo di cui all’art 12 comma 5 L.n. 104/92.Trattandosi di un obbligo di legge, i Dirigenti scolastici che non hanno provveduto a convocare i genitori per tali riunioni potrebbero essere chiamati a rispondere del reato di omissione di atti di ufficio.
In una scuola che, con la “Carta dei servizi”, il Regolamento dei diritti delle studentesse e degli studenti e l’obbligo del POF che deve contenere anche i principi ed i modi concreti di rapporto con i genitori utenti, i genitori sono sempre più soggetti attivi titolari del diritto all’informazione che l’amministrazione scolastica deve soddisfare per il rispetto dell’obbligo di trasparenza amministrativa.
I genitori, in quanto utenti del servizio scolastico possono agire da soli; ma possono anche farsi assistere dalle associazioni dei Consumatori e degli utenti, di cui alla L.n. 281/98 e, nel caso di alunni con handicap, dalle associazioni di promozione sociale di cui fanno parte, secondo quanto stabilito dalla L.n. 383/00, che riprende, generalizzandolo, un principio
già sancito dalla L.n. 104/92 nell’art 36 comma 2.
In conclusione l’autonomia scolastica di cui al DPR n. 275/99 non può essere intesa nel senso che il Dirigente scolastico può fare quel che vuole, anche contro i diritti dei Genitori, ma anzi esplicita l’obbligo del Dirigente scolastico di garantire risultati di efficienza ed efficacia del servizio da lui coordinato; di tali efficienza ed efficacia fà parte ineludibile anche il diritto all’informazione dei genitori sui risultati realizzati dai propri figlioli, che per quelli con handicap, è espressamente previsto dall’art 12 comma 6 della L.n. 104/92.

Salvatore Nocera

fonte: Educazione e scuola