Distinzione tra verifica orale di compensazione e interrogazione di recupero
È fondamentale distinguere tra verifica orale di compensazione e interrogazione di recupero, in quanto si tratta di due strumenti con finalità e modalità profondamente diverse.
La verifica orale di compensazione non è una seconda prova completa, né un’interrogazione generale, ma ha lo scopo preciso di verificare esclusivamente le parti della verifica scritta che hanno evidenziato criticità.
Il suo obiettivo è comprendere se gli errori commessi dallo studente derivano da una reale lacuna di conoscenze oppure da difficoltà legate alla sua condizione di neurodivergenza (es. problemi di comprensione del testo, deficit di memoria, ecc.).
In questa prospettiva:
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Il voto ottenuto nella prova orale di compensazione sostituisce il voto della/e domanda/e o esercizio/i non riusciti nella verifica scritta.
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La valutazione finale viene formulata considerando l’insieme degli esercizi svolti correttamente nella prova scritta e quelli correttamente risolti durante la compensazione orale. Non si procede con una media aritmetica tra le due prove.
Perché la compensazione sia efficace, essa deve avvenire entro pochi giorni dalla prova scritta. Se viene svolta a distanza di troppo tempo, perde la sua funzione compensativa e si configura come recupero, cambiando radicalmente il senso e lo scopo dell’intervento.
Attenzione: è scorretto, e in contrasto con i principi inclusivi, sostituire la compensazione orale con una tradizionale interrogazione di recupero. Questa prassi, purtroppo ancora diffusa, non rispetta le esigenze specifiche dello studente con DSA e può compromettere una valutazione equa.
La verifica di compensazione è uno strumento che va inserito nel PDP
COME SI DOVREBBE FARE LA COMPENSAZIONE ORALE
Esempio:
1) Per la verifica scritta ci sono da svolgere 15 esercizi/domande
2) Il ragazzo svolge correttamente 7 esercizi, 5 sono errati e 3 non li svolge
3) L’insegnante corregge VALUTANDO PROCEDURA E CONTENUTI E NON LA FORMA.
4) L’insegnante comunica allo studente gli argomenti degli esercizi errati o non svolti (l’insegnante non può sapere se non li ha svolti perchè non sapeva farli o per mancanza di tempo) e concorda con lo studente una VERIFICA DI COMPENSAZIONE ENTRO MASSIMO UNA SETTIMANA
5) Il ragazzo svolge l’interrogazione SOLO sulle parti di verifica che non erano state svolte o che non erano corrette
6) L’insegnante costruisce il voto valutando globalmente NON FARÀ LA MEDIA MATEMATICA DEL VOTO, lo studente ha svolto la verifica una parte per iscritto e una parte per orale MA RIMANE LA STESSA VERIFICA.
La compensazione orale il testo della legge 170/10 non la nomina proprio , il suo decreto attuativo DL 5669/11 nemmeno, ma la si può trovare nelle Linee guida allegate a quest’ultimo (4.3.2 a pag 19):
“Per quanto concerne le misure dispensative, oltre a tempi più lunghi per le verifiche scritte o a una quantità minore di esercizi, gli alunni con disgrafia e disortografia sono dispensati dalla valutazione della correttezza della scrittura e, anche sulla base della gravità del disturbo, possono accompagnare o integrare la prova scritta con una prova orale attinente ai medesimi contenuti.”
Il significato delle parole “accompagnare” o “integrare”lo fornisce il vocabolario:
integrare = completare, rendere intero o perfetto, supplendo a ciò che manca o aggiungendo quanto è utile e necessario per una maggiore validità, efficienza, funzionalità.
Quindi come fare quando un insegnante la intende come una interrogazione di recupero e vuole fare la media?
Bisogna parlarci e cercare di farglielo capire, potete usare anche il video sotto che è un estratto del convegno tenuto a Parma dal prof. Guido dell’Acqua, del Ufficio IV (Disabilità DSA e integrazione alunni stranieri), il 20/04/2016, dove cerca di spiegare agli insegnanti come deve essere fatta correttamente la compensazione orale