Terapia Cognitivo Comportamentale e Psicomotricità: Cosa Sono e in Cosa Differiscono

Nel mondo della salute mentale e dello sviluppo infantile, si sente spesso parlare di Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) e di Psicomotricità.

Entrambe sono forme di intervento terapeutico, ma rispondono a bisogni diversi e si basano su approcci distinti. Vediamo insieme in cosa consistono e quali sono le principali differenze.

Che cos’è la Terapia Cognitivo Comportamentale?

La Terapia Cognitivo Comportamentale è un approccio psicologico strutturato, basato sull’idea che pensieri, emozioni e comportamenti siano strettamente collegati. Se una persona ha pensieri negativi o disfunzionali, questi possono influenzare le sue emozioni e portare a comportamenti problematici.

L’obiettivo della TCC è aiutare la persona a riconoscere i pensieri automatici negativi, metterli in discussione e sostituirli con pensieri più realistici e utili. Questo cambiamento cognitivo porta a una riduzione dei sintomi come ansia, depressione, fobie, o comportamenti disfunzionali.

La TCC è una terapia orientata al presente, basata su obiettivi concreti, ed è solitamente a breve termine. Può essere utilizzata con adulti, adolescenti e bambini.

📌 Esempio pratico 1: bambino con ansia scolastica

Matteo, 10 anni, prova ansia intensa ogni mattina prima di andare a scuola. Pensa: “Farò brutta figura, tutti rideranno di me”. In TCC, Matteo impara a riconoscere questo pensiero come irrealistico. Con l’aiuto del terapeuta, costruisce pensieri alternativi più realistici, come “Posso sbagliare, ma posso anche imparare”. Viene guidato in piccoli esercizi per affrontare gradualmente le situazioni che gli causano ansia.

📌 Esempio pratico 2: adolescente con bassa autostima

Giulia, 15 anni, si definisce “inutile” dopo aver preso un brutto voto. In TCC, viene aiutata a collegare il pensiero negativo all’emozione di tristezza e al comportamento di ritiro sociale. Il terapeuta le insegna a mettere in discussione l’idea di essere inutile, osservando invece i suoi punti di forza e affrontando situazioni nuove con strategie più costruttive.


Che cos’è la Psicomotricità?

La Psicomotricità è un approccio educativo e terapeutico che considera la persona nella sua unità di corpo e mente, soprattutto nei bambini. Si basa sull’idea che il movimento e l’espressione corporea siano strettamente collegati allo sviluppo emotivo e relazionale.

Le sedute di psicomotricità prevedono attività ludiche, esercizi motori, giochi simbolici e momenti di rilassamento, con l’obiettivo di aiutare il bambino a sviluppare le proprie capacità motorie, relazionali ed emotive. Il corpo è visto come uno strumento di comunicazione, soprattutto quando il linguaggio verbale non è ancora pienamente sviluppato.

La psicomotricità è spesso indicata in casi di ritardi nello sviluppo, difficoltà relazionali, disturbi dell’attenzione, iperattività, disturbi del comportamento o difficoltà emotive nei più piccoli.

Durante le sedute, il bambino si esprime attraverso attività motorie, gioco simbolico, uso dello spazio e degli oggetti, all’interno di una relazione empatica con il terapista.

📌 Esempio pratico 1: bambino con iperattività
Luca, 6 anni, ha difficoltà a stare fermo e ad ascoltare. Durante le sedute di psicomotricità, Luca può correre, saltare e muoversi in uno spazio sicuro e strutturato. Attraverso giochi con regole semplici, impara gradualmente a regolare il proprio corpo e a rispettare i turni, migliorando così anche l’attenzione a scuola.

📌 Esempio pratico 2: bambina timida con difficoltà relazionali
Emma, 5 anni, parla poco e ha difficoltà a giocare con gli altri. In psicomotricità, attraverso giochi simbolici con pupazzi, travestimenti e costruzioni, esplora le sue emozioni e il mondo relazionale in modo protetto. Con il tempo, inizia a condividere lo spazio con altri bambini e a partecipare attivamente alle attività.

Differenze principali tra TCC e Psicomotricità

Aspetto Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) Psicomotricità
Target Bambini, adolescenti, adulti Soprattutto bambini (età prescolare e scolare)
Focus Pensieri e comportamenti Corpo, movimento, espressività
Obiettivi Cambiamento di schemi mentali e comportamentali Sviluppo globale e armonico (motorio, affettivo, relazionale)
Metodo Colloqui, compiti a casa, tecniche cognitive Gioco, attività motorie, relazione corporea
Durata Spesso breve e focalizzata su problemi specifici Può essere più lunga, con approccio educativo-terapeutico
 

Quando scegliere l’uno o l’altro?

La scelta tra TCC e psicomotricità dipende dal tipo di difficoltà che presenta la persona (o il bambino) e dall’età. In alcuni casi, i due approcci possono completarsi: per esempio, un bambino con difficoltà comportamentali può beneficiare della TCC per imparare a gestire pensieri e reazioni, ma anche della psicomotricità per migliorare la sua regolazione emotiva e le capacità relazionali attraverso il corpo e il gioco.

Conclusione

Sia la Terapia Cognitivo Comportamentale sia la Psicomotricità sono strumenti preziosi nel supportare lo sviluppo e il benessere psicologico. Conoscere le loro differenze permette di fare una scelta più consapevole, in base alle necessità individuali e al percorso più adatto da intraprendere.

 

I contenuti di questo articolo sono presentati in modo generale e semplice. Per approfondimenti o informazioni specifiche, è consigliabile consultare siti specializzati o rivolgersi a professionisti del settore.

 

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