Spillo – Strumento per la scuola e per chi fa valutazione inerente la legge 170 sulla Dislessia

Valutazione della Dislessia in un minuto………….(Legge 170)

spillo..non è fantascienza…è SPILLO, uno strumento per la scuola e per chi fa valutazione inerente la legge 170 sulla Dislessia ed è il risultato del lavoro scientifico pluriennale condotto da Giacomo
Stella e dalla sua equipe ed è stato validato su un campione di 1500 bambini.
SPILLO è l’acronimo di Strumento Per l’Identificazione della Lentezza nella Lettura Orale e produce, attraverso la rilevazione dei due parametri considerati significativi nella capacità di lettura

  • velocità e accuratezza
  • una valutazione scientifica del rischio di DSA attraverso la lettura per un minuto di un testo standardizzato su un apposito cartoncino.

Durante la prova, l’insegnante segue sul monitor del PC la lettura effettuata dal bambino, evidenziando e registrando gli errori di lettura e le autocorrezioni.
Al termine del minuto il programma riporta immediatamente il calcolo delle parole lette, la velocità di lettura espressa in sillabe al secondo ed numero di errori e di autocorrezioni.
I risultati della prova di lettura sono indicati secondo 4 valutazioni:

  1. livello di lettura pienamente raggiunto
  2.  livello di lettura sufficiente
  3. richiesta di attenzione
  4. richiesta di intervento immediato

SPILLO può essere somministrato dalla terza classe in avanti in qualsiasi momento dell’anno scolastico, mentre nella prima classe la somministrazione va effettuata nel mese di maggio, nella seconda classe nel mese di febbraio.
SPILLO è composto da una Guida all’uso per l’insegnante, dal Testo della prova su cartoncino per la lettura ad Alta Voce, il Software su Chiavetta USB da 2 gb.
Il Kit Classe SPILLO costa solo 2 euro ad alunno.

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Si dice fa o fà?

Fa (senza né accentoapostrofo) può significare:

  • La quarta nota musicale (do re mi fa sol la si do);

  • Il verbo fare coniugato alla terza persona singolare: “egli fa”;

  • Avverbio che indica un punto nel passato: “tempo fa”.

Fa’ (con apostrofo, non con l’accento) è invece l’elisione della coniugazione all’imperativo del verbo fare alla seconda persona singolare (tu fai): “ehi tu, fa’ come ti dico!”

(con accento) è invece sbagliato.
L’errore è divenuto tristemente comune probabilmente a causa di due equivoci:

  1. Lo scambio dell’apostrofo della forma imperativa fa’ con un accento

  2. Un uso errato dell’accento distintivo sui monosillabi nell’intento di distinguere la nota musicale omografa* al verbo fare coniugato alla terza persona. In realtà in italiano questo accento distintivo non esiste, anche perchè dal contesto è sempre possibile distinguere la nota musicale fa dal verbo fa.

*[dal greco omo- “stessa”, -grafia “scrittura” → cioè che si scrive allo stesso modo]

Per ricordare la regola consiglio di memorizzare la prima frase di questo post: Se devi scrivere un fa, come si fa?in cui “fa” compare prima col significato di nota musicale e subito dopo col significato di verbo fare, sempre senza accento!

fonte:Parolaio.it

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