Archivi categoria: Genitori: cosa è bene sapere

Bocciatura nulla se non c’è un piano didattico per gli alunni con Dsa

immLe difficoltà di apprendimento degli alunni pongono la scuola di fronte a una sfida complessa: quella di individuare idonee metodologie di intervento.

La circolare ministeriale n. 8 del 6-3-2013  prevede un progetto educativo didattico specifico per ciascun alunno con bisogni educativi speciali, anche per chi ha uno svantaggio culturale, personale o sociale.

L’elaborazione di un Pdp deve avvenire dopo un’attenta analisi della situazione dell’alunno e deve contenere le strategie e le metodologie didattiche utilizzate, le misure compensative e dispensative adottate e le indicazioni per la valutazione degli apprendimenti.

Una nota del 4 novembre 2014, emanata dall’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte e ripresa dalle Agenzie, riporta diverse sentenze per allertare i docenti che disattendono la normativa.

Ed infatti, il Tar Lombardia, con sentenza n. 2356 del 15 settembre 2014, ha accolto un ricorso contro il giudizio di mancata ammissione di un alunno con Dsa perché l’Istituto ha omesso di predisporre il Percorso educativo personalizzato, così come il Tribunale di Giustizia Amministrativa di Trento e Bolzano (sentenza n. 122 del 25 marzo 2011): mancata adozione del Pdp, omessa definizione e attuazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative, difetto di rapporti collaborativi con A.S.L. e famiglia. Il Tar Lombardia infine, con l’ordinanza sospensiva n. 371 del 12 marzo 2014, ha “rilevato che la scuola non ha approvato il piano didattico personalizzato ed ha quindi annullato il giudizio contenuto nella pagella di I quadrimestre di uno studente con disturbi specifici di apprendimento”.

Ma non solo: non basta redigere il Ppd, occorre anche attuarlo nei tempi giusti, così come il Tar Molise declama con sentenza breve n. 612 del 17 ottobre 2013: “il piano didattico versato in atti dalla difesa non reca alcuna data, né ha un numero di protocollo, talché si può supporre sia stato redatto solo di recente”. In questo caso è stato ipotizzato che il Piano è “tardivo” essendo stato realizzato negli ultimi mesi dell’anno scolastico.

fonte: http://www.sardegna.istruzione.it/

 

Come spiegare ai ragazzi cosa sono i Disturbi Specifici di Apprendimento

Il cercare di spiegare ai bambini che cos’è la dislessia e come questa influisce sul loro modo di apprendere non è cosa semplice e spesso non è semplice neanche spiegarlo ad un adulto

Cosa dire allora ad un bambino?

La verità: l’importante è che la si dica in modo semplice.

La psicologa americana Ania Siwek (2009), esperta nell’ambito dei disturbi di apprendimento, ha coniato una bellissima metafora per spiegare i Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

Parlare attraverso metafore può avvicinare al magico mondo dei bambini, che non sempre hanno la capacità di comprendere davvero ciò che accade attorno a loro.

Rabbia, dolore, paura, vergogna, gelosia, senso di frustrazione, rimorso, ansia sono sentimenti difficili da gestire e, talvolta, anche da identificare. Vederli prendere vita e forma può aiutare

Ecco la metafora di Ania Siwek in tre punti:

Punto 1: Come si impara? Macchine, autostrade e garage

Spiegate al bambino che l’apprendimento “avviene” nel cervello… Il nostro mondo è pieno di cose nuove e interessanti da sapere, che si chiamano informazioni. Le troviamo dappertutto: nei libri, in TV, nelle riviste, nelle parole delle altre persone, a scuola… Tutte queste informazioni, quando le ascoltiamo, vediamo, studiamo, “entrano” nel nostro cervello.

Le informazioni arrivano e si muovono nel cervello lungo dei percorsi simili alle autostrade. Nel cervello queste “autostrade” sono tante, vanno in direzioni diverse e sono percorse da tantissime macchine.

Queste specie di macchine trasportano le informazioni verso le diverse zone del cervello e sono velocissime. Ogni zona del cervello riceve tipi diversi di informazione. E’ come se nel cervello ci fossero dei garage per ogni tipo di cosa da imparare. Ad esempio, ci sono garage per le parole, per i numeri, per i nomi degli animali, e così via. Quando si impara una cosa nuova, una macchina trasporta quella informazione verso il suo garage privato. Quando vuoi ricordare una cosa che hai imparato tanto tempo fa, è come se una macchina andasse verso un garage, prendesse su l’informazione, e la trasportasse là dove serve.

Nelle autostrade del cervello, le informazioni possono viaggiare velocissime, perché non ci sono semafori o altri ostacoli. Ci vuole meno di un secondo perchè una macchina prenda l’informazione dal garage giusto e la porti a destinazione. Più veloce di un battito delle ciglia!

Punto 2: Una spiegazione di cosa significa avere un DSA

Quando si ha un DSA, alcune autostrade del cervello non sono così libere e veloci . E’ un po’ come se ci fosse una lunga coda di macchine. Non tutte le autostrade sono lente però, soltanto alcune.
Quando si è bloccati nel traffico, nessuno sa quando si arriverà. A volte la coda “si muove” veloce, altre volte è lentissima e ci vuole tantissimo tempo!

Avere un DSA è come avere una coda che rallenta moltissimo le autostrade che vanno e vengono dal garage della “lettura”, “scrittura” e “calcolo”. E’ una seccatura e spesso ci fa stare male o arrabbiare. Prova a ricordare l’ultima volta che ti sei trovato bloccato in macchina in una coda… è stato divertente? Avresti voluto arrivare subito? Ti sei sentito arrabbiato, stanco, annoiato? A qualcuno invece non dà nessun fastidio, tanto alla fine si arriva, anche se dopo tanto tempo e fatica…Capisci ora perchè ti senti in questo modo quando hai una difficoltà a scuola?

Questi rallentamenti causano tanti problemi. Quando si ha un DSA che si chiama dislessia, ci vuole molto più tempo e si fanno molti più errori degli altri quando si legge qualcosa. Infatti, c’è una lunga coda di macchine che viene e che va al garage delle lettere e delle parole, e tutto si muove lentamente.

Capita di confondere i suoni di alcune lettere “b” e “d”, a volte si tira a indovinare, a volte si molla perchè è troppo faticoso o perchè si è stufi di sbagliare. Nella matematica, si possono confondere i segni delle operazioni e fare un’operazione con il “+” invece che con il “x”. Imparare a memoria le tabelline è difficile. Anche cercare di raccontare una storia può essere un problema a causa delle code che si formano in alcune autostrade del cervello. Le parole giuste non arrivano mai in tempo quando si parla e viene da dire sempre “eh” “cioè” “coso”, “cosa”…

Punto 3: Aiutare il bambino a capire che il suo potenziale è illimitato

Avere un DSA rende alcune cose ancora più difficili. Ma la cosa da ricordarsi sempre è che ci sono dei trucchi che si possono imparare per rendersi la vita più semplice. Un po’ come trovare una “scorciatoia” per non dover perdere tempo nelle autostrade bloccate. Usare le scorciatoie aiuta le macchine a muoversi più velocemente!

Bisogna ricordarsi però che su queste scorciatoie, le cose non vanno sempre lisce. A volte prendere una scorciatoia porta velocemente dove bisogna andare, altre volte invece ci sono degli ostacoli che bisogna superare… Questo vuole dire che anche se si prende una scorciatoia mentre si scrive una parola difficile, si possono lo stesso fare degli errori. Ma di solito le scorcitoie funzionano benissimo e aiutano molto il traffico nel nostro cervello.

Un’altra cosa molto importante è che usando la stessa scorciatoia ogni volta, presto la conoscerai molto bene e eviterai tutti gli ostacoli. Così i compiti difficili faranno meno paura e ci saranno meno errori! Ricordati che per usare le scorciatoie bisogna essere anche un po’ coraggiosi e creativi… ecco perché tra le persone che hanno disturbi dell’apprendimento ce ne sono tante che hanno creato e inventato cose nuove e bellissime con il loro modo “diverso” di pensare.

Nel tuo cervello non manca niente e tutto funziona. L’unica differenza tra il tuo cervello e quello di un bambino che non ha un disturbo dell’apprendimento sono le “code” che si formano in certe autostrade. E certe macchine ci mettono di più per raggiungere il proprio garage. Ma, alla fine, ci arrivano.

Attivazione servizio legale – AID

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Cari soci,

la legge 170/2010 ha sancito i diritti dei dislessici, ma il cammino per vedere rispettati tali diritti è ancora lungo e troppo spesso le famiglie sono costrette a ricorrere ad azioni legali per ottenere il riconoscimento all’utilizzo degli strumenti, previsti dalla legge 170 e delle relative linee guida,  che consentono al dislessico di poter affrontare il percorso scolastico con serenità e soprattutto di ottenere il successo scolastico al pari degli altri compagni.

L’AID consapevole di questa criticità e che l’azione legale deve essere una opzione da esercitare soltanto dopo aver cercato il colloquio con la scuola e aver messo in atto tutte le strategie necessarie per risolvere bonariamente la materia del contendere (vedi in seguito un elenco di consigli), ha deciso di stipulare una convenzione con alcuni avvocati qualificati e formati sui DSA, stabilendo delle tariffe contenute e trasparenti, in modo tale che la famiglia possa decidere consapevolmente se affrontare il contenzioso legale.

La convenzione prevede una prima consulenza gratuita, al socio in regola con il pagamento della quota associativa, che sarà fornita dall’avvocato prescelto che, valutata la documentazione e le informazioni fornite dalla famiglia, darà il proprio parere e consiglio sui passi da fare nei confronti della scuola per ottenere il riconoscimento del diritto negato. Solo nel caso non sia possibile tentare una soluzione bonaria della situazione, l’avvocato proporrà alla famiglia una proposta di azione legale che, se accettata dalla famiglia, comporterà l’assunzione delle spese come da tariffario presente nella convenzione. Per evitare qualsiasi fraintendimento o contestazione si consiglia la famiglia di richiedere un preventivo scritto delle spese da sostenere.

Gli avvocati che al momento hanno sottoscritto la convenzione e ai quali i soci si possono liberamente rivolgere utilizzando i recapiti appresso indicati, sono:

  • Carlo Bettinelli – con studio in Brescia, Via Gramsci n. 30 (tel. 030.3774441 – fax studio 030.2404991; cellulare: 3386093908; e-mail: studiolegale.bettinelli@gmail.com)
  • Michela Degiovanni – con studio in Milano, Via Cartesio n. 2 e Monza Via Vittorio Emanuele II n. 26 (tel. 02.00629902 fax studio 02.00629903; cellulare: 3388962259; e-mail: avv.degiovanni@yahoo.it)
  • Antonio Lupo – con studio in Grottaglie (TA) al viale Matteotti n. 41 (tel. e fax studio 0995610209; cellulare: 3287050060; e mail antoniolupo@libero.it)

L’AID stipulerà la convenzione anche con altri avvocati che vorranno aderire e darà pubblicità sul sito nazionale dell’elenco degli avvocati convenzionati. Chi è interessato a convenzionarsi con AID dovrà inviare richiesta scritta all’indirizzo progetti@aiditalia.org e riceverà l’elenco della documentazione da produrre con la specifica dei requisiti richiesti. L’AID per garantire la qualità del servizio, organizzerà corsi di formazione per avvocati sui DSA.

Per eventuali segnalazioni sul servizio scrivere all’indirizzo serviziolegale@aiditalia.org

L’impegno dell’AID sarà comunque rivolto al continuo dialogo con il MIUR affinché la scuola sia, non solo per i dislessici ma per tutti gli studenti, un luogo di accoglienza, di rispetto dei diritti e dei diversi modi di apprendere.

La convenzione
Consigli per le famiglie

Un caro saluto.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO AID

Bologna, 19.06.2015

fonte: AID

Insegnanti di sostegno: quando può essere utilizzato per sostituzione e quando è vietato

Un insegnante di sostegno può sostituire un collega assente, fare supplenze? Quando invece è vietato? Regolamento.

Un insegnante di sostegno può essere utilizzato per lo svolgimento di altre tipologie di incarico nella scuola o per la sostituzione di un collega assente? In base alla Legge 104/92 un insegnante di sostegno, se in presenza dell’alunno con disabilità, non può mai essere utilizzato su altri incarichi anche se all’interno dell’istituzione scolastica nella quale si è in servizio. Nel caso di assenza dell’alunno disabile, l’insegnante di sostegno può essere utilizzato su altri posti, sostituzione, supplenze, ma ad alcune condizioni e eccezioni. Tutte le ipotesi, la normativa e i casi tipo.

Insegnante sostegno: può sostituire un collega?

In base alla Legge 104/92 all’art.13, l’insegnante di sostegno assume la contitolarità di sezioni e classi in cui opera, con il compito di partecipare alla programmazione educativa e didattica, all’elaborazione e alla verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, di classe e dei collegi dei docenti. Un insegnante di sostegno, se in presenza dell’alunno con disabilità assegnato, non può essere utilizzato per lo svolgimento di altri compiti o incarichi di sostituzione di docenti assenti. In base al D.Lgs. 297/1994 all’art. 315/5, all’O.M. n. 90/2001 all’art. 15/10 e al D.P.R. 122/2009 ai sensi degli artt. 2/5 e 4/1, l’insegnante di sostegno è a pieno titolo docente della classe e non solo dell’alunno con disabilità assegnato nel contesto classe, e allo stesso tempo non deve svolgere altri incarichi che potrebbero limitare l’obiettivo primario dell’integrazione scolastica. Nella nota ministeriale n. 9839 del 08/11/2010 si dispone di non ricorrere alla sostituzione di docenti assenti “con personale in servizio suposti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili”.

Insegnante sostegno: se l’alunno è assente

Differente è l’opportunità di utilizzo di insegnanti su posti sulle attività didattiche sul sostegno nel caso in cui l’alunno con disabilità a cui è affidato sia assente: in alcuni istituti scolastici è possibile conferire incarichi di supplenza o sostituzione di docenti assenti nelle ore a disposizione dell’insegnante in questione. Nel momento in cui l’alunno disabile è assente, l’insegnante di sostegno, in materia di ore a disposizione, ha lo stesso diritto e dovere di un insegnante curriculare, rendendosi disponibili a sostituire un collega in caso di assenza. La messa a disposizione dell’insegnante di sostegno comprende tutte le classi e sezioni della scuola in cui è in servizi, per tutte le ore in cui è assente l’alunno disabile a cui è affidato.

Non è comunque possibile utilizzare l’insegnante di sostegno per una sostituzione, anche nel caso in cui l’alunno disabile assegnato sia assente, se nella classe di appartenenza sia in corso un’attività didattica per la quale si necessita della figura dell’insegnante di sostegno. Ciò implica che, nel caso in cui l’alunno disabile sia assente, l’insegnante di sostegno deve restare a disposizione dell’istituzione scolastica, che potrebbe fruire delle ore a disposizione per qualsiasi classe presenti bisogno di un docente. In ogni caso, l’insegnante di sostegno, avendo contitolarità nella classe dell’alunno disabile a cui è assegnato, nel caso di assenza dello studente o dell’insegnante curricolare resta a disposizione della stessa classe. Quest’ultima situazione non può essere intesa come sostituzione o supplenza, in quanto si tratta della stessa classe a cui appartiene l’alunno disabile a cui è stato assegnato l’insegnante di sostegno.

Fonte: http://it.blastingnews.com

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Facsimile di lettere comunicazione famiglia-scuola

Dovendo consegnare alla scuola la diagnosi di D.S.A. del proprio figlio si può anche presentare una Liberatoria per la privacy della certificazione che esplicita il consenso ai sensi del codice unico sul trattamento dei dati personali a trasmettere l’informazione a tutto il consiglio di classe. altro modello fornito da AID, altro tipo di Lettera accompagnatoria della consegna della diagnosi
Domanda per l’ accesso agli atti della scuola per avere copie di PDP, PEI, verifiche scritte, verbali GLO
Segnalazione inadempienza PDP amichevole
Lettera per utilizzare il registratore in classe

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Lettera per richiesta programma del recupero debito scolastico