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Come leggono i dislessici

Forse uno dei modi migliori per capire realmente la difficoltà di un bambino con dislessia è provare a leggere come lui stesso legge, ogni giorno.

Nel testo sotto, poche righe, sono state sostituite le lettere “uguali” pdqb, sono state le parole sono state messe su piani diversi, gli spazi fra le parole ignorati….e così via.

Leggi a voce alta, mentre qualcuno alle tue spalle, ride, sbuffa e ti prende in giro, mentre l’insegnante piuttosto stressata di dice…”e..su!….leggi meglio!…ma non vedi che quella è una P?!!”

Come-legge-un-dislessico

 

(le difficoltà nella lettura possono essere diverse da soggetto a soggetto, il testo proposto è solo uno, dei modi in cui può vedere un dislessico)

Come pensi si possa sentire un bambino?

Tu come ti sei sentito?

Per vedere un video ancora più realistico cliccate

La fatica di leggere del dott. G. Lo presti

Comprendere di un testo cosa significa?

Secondo un indagine dell’associazione internazionale della lettura il 95% dei libri di testo ed il 93% delle insegnanti, insegnano la comprensione con il vocabolario.

Insomma…leggendo un brano , quando incontrano alcune parole che possono essere difficili per il bambino , gli spiegano quelle parole e poi danno per scontato che che sarà in grado di capire tutto il brano della lettura il 95% dei libri di testo ed il 93% delle insegnanti, insegnano la comprensione con il vocabolario. insomma…leggendo un brano , quando incontrano alcune parole che possono essere difficili per il bambino , gli spiegano quelle parole e poi danno per scontato che che sarà in grado di capire tutto il brano.

Ciò parte da una diffusa teoria che se riesci a capire tutte le parole, sei in grado di capire anche L’INTERO PASSAGGIO. Sarà vero????lineamatitinelunghe

HO FATTO QUESTO ESPERIMENTO CON UNA QUINDICINA DI AMICHE MAMME DI ETÀ VARIA (dai 22 ai 65 quindi mamme e nonne)

E IL RISULTATO È STATO INCREDIBILE!!lineamatitinelungheHo dato un foglio con una lista di termini,

-che – variano – fra – solo – consiste – spesso – continuamente – se -corrispondenti – uno – curva – punti – disegna – relazione – variazione – insieme -grafico – tabella – conosciuta – valori – isolati – variabili – riconosciuto – mostrare-

E ho chiesto se ne conoscevano il significato, e che se chiedevo di leggere un testo, contenente queste parole loro sarebbero state in grado di capirlo.

OVVIAMENTE tutte hanno detto SIIIII!!!lineamatitinelungheHo dato loro il testo, ho chiesto di leggerlo e di spiegarlo….

SE LA RELAZIONE CONOSCIUTA FRA LE VARIABILI CONSISTE IN UNA TABELLA DI VALORI CORRISPONDENTI, IL GRAFICO CONSISTE SOLO DELL’INSIEME CORRISPONDENTE DI PUNTI ISOLATI. SE E’ RICONOSCIUTO CHE LE VARIABILI VARIANO CONTINUAMENTE, SPESSO SI DISEGNA UNA CURVA PER MOSTRARE LA VARIAZIONE.lineamatitinelungheNessuna di loro era in grado di capire cosa avevano letto…..eppure conoscevano il significato di tutte le parole del testo….

COME È POSSIBILE??!lineamatitinelunghePoi ho dato loro un foglio con un altro testo, composto da parole senza senso, questa volta l’ho letto io, ed ho cercato di dare una intonazione stile favola….

LO SCORSO SERNIO, FLINGHEDORO E PRIBO

STAVANO NEL NERDINO, TREPPANDO CAMI GLOPPI

E CLEMANDO GREPI BORLI.

ECCO CHE UNO STREZZO DITTO BUFA NEL TRESCO DI FLINGHEDORO.

PRIBO GLAPPA E GLAPPA.

“OH, FLINGHEDORO” CHITA, “LO STREZZO DITTO TUNNA NEL TUO GRAPPO!”

Alla fine della lettura ho fatto delle domande per testare se avevano compreso il testo….

Tutte hanno risposto (in coro), rispondevano e si chiedevano

COME È POSSIBILE??!lineamatitinelungheLo spunto dell’esperimento è stato preso da questo video guardatelo è illuminante

guarda il videolineamatitinelunghe

PDF gratuito sui DSA

Edizioni Giunti

Cover-Articoli-DSA_web_x-LPNegli ultimi anni dislessia, disgrafia e disortografia sono passati dall’essere termini specialistici all’essere parte della quotidianità di famiglie, scuole e mass media. La loro diffusione è espressione di una maggiore sensibilità nei confronti del DSA che, più che nel vocabolario collettivo, si è concretizzata nella legge 170/10. Insegnanti, operatori scolastici, psicologi e professionisti clinici sono oggi coinvolti in attività sinergiche, capaci di andare dall’identificazione del problema al recupero e al potenziamento DSA.

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fonte: Giunti

Disgrafici – Disortografici – Disprassici e il loro rapporto con la penna

matita-che-scriveNella seconda metà del primo anno di scuola elementare le maestre propongono l’uso della penna cancellabile.

Per il bambino disgrafico, disortografico e disprassico passare alla penna e al quaderno con le righe all’inizio è un sollievo.

Il quaderno a quadretti, anche quello di 1 cm, crea disagio visivo a diversi DIS.

In commercio si trovano moltissimi tipi di penne cancellabili da quelle più economica a quelle più care, ma non tutte sono adatte ai disprassici, disgrafici e disortografici.

Dopo un po’ che si scrive la mano fa male, la penna smette di funzionare correttamente dopo pochi giorni, e il bambino non riesce a cancellare completamente le scritte errate con il risultato di lasciare dei pezzi di lettera che poi vanno a unirsi con le lettere scritte sopra con il risultato poi che il bambino, che già ha problemi di decodifica, capisce ancora meno.

PERCHÈ LA MANO FA MALE?

Perchè la penna essendo a sezione circolare viene impugnata dal bambino disgrafico e disprassico con troppa forza, la quale preme eccessivamente su una terminazione nervosa del dito medio procurando tensione, dolore e crampi.

Anche altri punti della mano sono doloranti per l’utilizzo eccessivo dei muscoli. Inoltre c’è il problema che poco dopo l’acquisto smettono di funzionare correttamente e iniziano a scrivere a saltelli nel rilascio del colore, costringendo il bambino a ripassare sopra la parola scritta, magari con ancora maggiore forza.

Le cose peggiorano notevolmente se la manina del bambino è calda e sudata, questo perchè la particolarità dell’inchiostro cancellabile è dovuta dal fatto che si cancella mediante attrito con la gomma cioè mediante calore.

Una mano a temperatura normale non ha l’inconveniente di impedire al colore di stendersi sulla pagina, la mano bollente del bambino DIS invece manda in tilt la penna.

Se fatta raffreddare la penna di solito riprende a scrivere, ma a scuola, quando sono costretti ad usare una sola penna alla volta e per lungo tempo, i bambini rischiano di rovinare tutto il colore e dover buttare la penna.

Se un bambino è in difficoltà a scrivere non gli si può complicare la vita facendogli usare una penna che non scrive! Le mani bollenti passano sulla pagina, si portano via il colore e lo diffondono tutto intorno creando aloni sgradevoli, le scritte sono meno leggibili e le mani sempre sporche.

Prima di accusare i vostri bambini o alunni di essere dei pasticcioni toccategli le mani… sono bollenti?

Avete due soluzioni possibili: intervenire sul bambino o intervenire sulla penna.

Se state immaginando soluzioni fantasiose per raffreddare le mani di vostro figlio (frigorifero, ghiaccio ecc. ecc.) vi assicuro che è molto meglio intervenire sulla penna cambiandola .

Quindi occorre equipaggiare il bambino con una penna che gli permetta di usarla senza contrarre troppi i muscoli e senza contrarre troppo i muscoli e senza che questa schiacci i nervi delle dita.

L’inchiostro deve essere fluido e scorrevole e non risentire del calore della mano.

Non si può indicare una penna a discapito di un’altra la cosa  cambia da soggetto a soggetto,  andando alla pagina  Quaderni e cancelleria speciali ne troverete  alcuni articoli che illustrano alcune penne a mio avviso molto valide, scegliete quella più indicata per vostro ragazzo.

Sempre alla stessa pagina trovate un articolo che illustra dei gommini da inserire nelle penne x favorire ulteriormente l’impugnatura.

Che cos’è il Quoziente di Intelligenza che troviamo nella diagnosi dei nostri figli

Il QI è un punteggio: e questo punteggio NON è il bambino.
Tale punteggio si calcola con test che variano a seconda l’età, il linguaggio o il livello di approfondimento necessario.

Le abilità variano da test a test, in quanto vi sono più definizioni di “intelligenza”: vi è quella fluida, cristallizzata, adattamento, generale, memoria di lavoro, etc.

Il problema è che oggi, purtroppo, i punteggi dei test di intelligenza sono trattati come punteggi sia assoluti che corretti.

Ovviamente non è così:
a) non sono punteggi assoluti in quanto aspetti emotivi, sociali e relazionli possono influire negativamente sulla prova, come anche le condizioni di stress del bambino stesso.
b) non sono poi così corretti: ogni test ha quello che si definisce ESM: errore stantard di misura. Esempio, nella scala più famosa, in cui la media è 100, il manuale ufficiale riporta un ESM di circa 5 punti. Dunque se un bambino ha preso 90 di QI, realmente dovrebbe oscillare tra 85-95.

Dunque, di fianco di ogni punteggio di QI dovrebbe essere prevista una nota a cura dell’operatore che indichi quanto, quel punteggio, sulla base anche dei parametri precendi, sia attendibile.
In conclusione, il QI NON è il bambino. ma è un punteggio grossolano sucettibile di notevoli variabili individuali.