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Capire e non capire la matematica e la geometria

Di Brunella Murolo

E’ esperienza fin troppo comune a molti adulti di oggi, quella di essersi trovati a riuscire in quasi tutte le materie (o in tutte) di studio, sin dalle elementari, fallendo o arrancando tristemente nell’area della Matematica e della Geometria.

Qualcuno sbagliava i calcoli, qualcun altro non capiva i problemi, altri “sparavano a caso” e qualche volta ci azzeccavano e più spesso no… Capitava ad alcuni bambini, diventati adolescenti, di incontrare poi insegnanti carismatici e motivati che, sapendo porgere la materia, li riconciliavano con quel mondo astratto e buio. Capitava, però: non era la norma.

Non sempre la situazione era così polarizzata tra il capire e il non capire. Molti, credo la maggioranza di noi studenti, quando andavamo alle scuole superiori, qualche “6” riuscivamo a conquistarlo. Chi non aveva copiato, aveva molto studiato, si era molto esercitato, ma non sempre aveva veramente capito. Quindi prendeva 6 perché riusciva a svolgere bene le parti “automatiche” del compito in classe e “parti” di problemi di Geometria di vario genere (razionale, euclidea, analitica…) o “parti” di studio di funzioni.
Chi aveva veramente capito, invece, prendeva dei voti davvero belli e spesso era felice di studiare la matematica.

Tutto ciò però non era considerato un problema. Era normale. Per la Matematica bisognava “essere portati”: o la capivi o non la capivi. Sembrava che il ruolo della didattica non avesse quasi rilevanza per il risultato da noi raggiunto quanto a competenze finali.
Oggi si sta uscendo da questo tipo di impostazione per riuscire a dare una risposta didattica al problema del successo in Matematica sia quando c‘è discalculia, sia quando non c‘è alcun disturbo specifico di apprendimento. L’esigenza di condurre tutti gli alunni ad apprendere questa materia, di capirla e di riuscire ad ottenere buoni risultati è molto sentita dagli insegnanti.

Quando c’è discalculia, la diagnosi può dire alcune cose che aiuteranno l’insegnante ad impostare il lavoro, ricordando che tale disturbo può comportare un accesso difficile al mondo dei numeri e delle formule, impedendo allo studente di “automatizzare” i procedimenti di calcolo e di acquisire le tecniche per il calcolo veloce.
L’uso della calcolatrice e dei formulari di Matematica e di Geometria possono essere molto utili, ma perché vi sia un apprendimento consolidato, l’insegnante può operare in momenti differenziati con la classe e con lo studente lavorando su più fronti:

1. Intervenire con un metodo di “lettura consapevole dei segmenti di calcolo”. Ciò ha lo scopo di favorire la presa visione logica di ogni fattore simbolico e della sua collocazione nel fraseggio algoritmico.

2. Educare alla scelta delle “proprietà algoritmiche”, per essere consapevoli del bagaglio nozionistico adeguato.

3. Educare al metodo della “revisione del regresso”, del controllare la corretta applicazione degli algoritmi nel passaggio precedente, eliminando o diminuendo la distrazione, responsabile dell’errore e della dimenticanza.

Si tratta insomma di usare un metodo “meta cognitivo” che consenta agli studenti di riflettere su ciò che fanno di fronte al quesito di matematica.
L’esperienza dell’alunno è spesso legata ad un senso di fallimento proprio nel “controllo” delle operazioni che svolge. Sembra che il risultato non sia mai quello atteso, anche a fronte di notevoli sforzi e ciò può essere dovuto proprio a carenze nel controllo dei passaggi. Anche l’uso della calcolatrice non risolve del tutto il problema del calcolo, se ad esempio si scrivono i numeri in modo scorretto o non si controlla la verosimiglianza di un risultato.

DISCALCULIA O DISLESSIA CON DIFFICOLTA’ MATEMATICHE

Molti genitori ed insegnanti  si fanno questa domanda…

…gli alunni con diagnosi di DISLESSIA e non di DISCALCULIA manifestano i disturbi solo per le materie letterarie e non per quelle matematico-scientifiche?
Ebbene i  ragazzi dislessici hanno notevoli difficoltà anche nella matematica, nella chimica e nella fisica pur NON essendo DISCALCULICI,  in quanto la Dislessia è una difficoltà nella decodifica  dei simboli che siano LETTERE, NUMERI o SIMBOLI MATEMATICI  è indifferente, hanno difficoltà a ricopiare dalla lavagna o da un libro, inoltre la maggior parte dei ragazzi ha problemi di memoria.
Facciamo dei piccoli esempi:
SCRIVERE, LEGGERE E TRASCRIVERE  I NUMERI
DISCALCULIA DISLESSIA CON
DIFFICOLTA’ MATEMATICHE
  • Difficoltà a posizionare le cifre

1

  • Difficoltà a scrivere numeri sotto dettatura

– novemilasettecentodue
– 9702

  • Errori di trascrizione
11
  • Inversione di cifre

– da 15 a 51
– da 1574 a 7451


CONFRONTARE I NUMERI
DISCALCULIA DISLESSIA CON
DIFFICOLTA’ MATEMATICHE
  • Difficoltà a capire il valore del numero
  • Difficoltà a capire l’ordine sequenziale dei numeri (specialmente a ritroso)
  • Difficoltà a disporre i numeri sulla linea orientata
  • Difficoltà a decodificare “PIU’ GRANDE” o “PIU’ PICCOLO” o simili
  • Difficoltà a leggere e decodificare il numero

NELLE OPERAZIONI
DISCALCULIA DISLESSIA CON
DIFFICOLTA’ MATEMATICHE
  • Difficoltà nel capire somma come una addizione o differenza come sottrazione ecc….
  • Lentezza e difficoltà nei calcoli (con uso di carta e penna)
  • Impossibilità di fare calcoli mentali anche semplici
  • Difficoltà nel mettere in colonna in quanto non si capisce la posizione dei numeri
1
  • Difficoltà a ricordare i riporti
  • Lentezza nelle operazioni
  • Difficoltà nel recuperare i fatti numerici
  • Difficoltà memoria procedurale

Tuo figlio va male a scuola: scopri perché

A volte i ragazzi sono svogliati, distratti, irrequieti, incapaci di dedicare attenzione alle lezioni. Alcuni atteggiamenti del bambino/ragazzo in classe rivelano disturbi specifici che è meglio “capire” e classificare, per aiutarlo non solo a migliorarsi a scuola ma a conoscere le proprie potenzialità.

bimbo

Facile dire: non va bene a scuola. Difficile è stabilire perché.

Per scoprire perchè il proprio figlio non va bene a scuola, nonostante si riscontri in lui una notevole intelligenza, è bene parlare a lungo con i suoi insegnanti, perchè loro dovrebbero essere i primi a percepire i  campanelli di allarme, nel caso si tratti di specifici disturbi di apprendimento.

DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO???

Cosa sono????

 

ImmagineI “disturbi specifici dell’apprendimento” (DSA) colpiscono il 4% della popolazione, 1 alunno ogni 25, e nella maggior parte dei casi emergono fin dalle scuole elementari, e sono classificati in: Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia.

Vediamoli nel dettaglio:

Nella Dislessia c’è una mancanza di automatismo nella lettura. Per studiare con successo è necessario saper leggere almeno tre sillabe al secondo (scu-o-la; a-ve-vo), si scambiano le  lettere  (f – v; n – m; p-b-d-q; a-e; ecc..) .(per saperne di più). Spesso è accompagnata dalla Disortografia, ovvero mancanza di automatismo nella scrittura, con errori di ortografia  (scuola-squola, avevo-havevo). (per saperne di più)

La Disgrafia invece è la difficoltà a riprodurre il segno grafico, la forma delle lettere o lentezza nel modo in cui si riesce a farlo, quindi si manifesta con una brutta scrittura detta “a zampe di gallina” e un’incapacità a prendere appunti. (per saperne di più)

Con il disturbo della Discalculia,  gli alunni hanno invece difficoltà a leggere e scrivere i numeri, specialmente a ritroso, e a fare calcoli anche molto semplici a mente, non hanno il senso del tempo, non riescono a leggere l’orologio, non hanno il senso della quantità del numero, difettano nel ragionamento logico per risolvere i problemi. (per saperne di più)

A questi si aggiungono altri disturbi come la Disprassia (carenza nella motricità fine con difficoltà ad esempio nell’allacciarsi le scape, nell’usare il compasso) (per saperne di più) e la Disnomia (un disturbo del linguaggio in cui vengono dimenticati i nomi delle cose, o delle persone, o i verbi,…, quindi non si riesce a fare un discorso pienamente corretto) è  l’effetto delle “parole sulla punta della lingua”.

Se si ha il dubbio che il proprio figlio possa avere uno o più distubi è bene farlo valutare da un neuropsichiatra infantile, in modo da sapere se effettivamente c’è o ci sono.

ImmagineAl momento della conferma lo specialista farà una certificazione, che va consegnata alla scuola, la quale grazie alla recente legge 170 del 2010, adotterà percorsi personalizzati con tutti i sistemi compensativi e dispensativi del caso, in modo da rendere meno TORMENTATA  la vita scolastica del bambino/ragazzo.

Adottare dei metodi alternativi per aiutare questi studenti non è difficile, per esempio rallentare la dettatura, concedere tempi più lunghi per la scrittura, proporre mappe concettuali, fornire riassunti. Se l’alunno ha difficoltà nella scrittura, potrebbero ricorrere a interrogazioni orali e programmate, e stimolare la formazione di gruppi di studio che favoriscano un ambiente emotivamente accogliente e un aiuto reciproco tra compagni,  far usare il PC e tablets per videoscrittura, dettatura, sintesi vocale e dizionari elettronici, l’uso di calcolatrici e formulari.

Usare quindi tutto quello che si rende necessario per ogni singolo alunno, calibrandolo sulle sue necessità del momento.

Il rischio, per questi ragazzi, è che se non compresi e aiutati potrebbero sviluppare una depressione reattiva, sentendosi erroneamente “poco intelligenti” e “diversi” dai compagni, sviluppando anche aggressività, o remissione, sfociando perfino nell’abbandono scolastico.

ImmagineA questo punto è bene mettere in evidenza un fatto importantissimo, i ragazzi con disturbi specifici di apprendimento sono intelligenti, hanno una intelligenza nella media e in molti casi anche superiori alla norma.

Un prezioso documento da International Dyslexia Association (IDA), che fornisce utili strategie didattiche per alunni dislessici in ogni ordine di scuola.

(testo tradotto da “Accommodating students with dyslexia in all classroom settings” International Dyslexia Association (IDA)

Insegnare a studenti con dislessia all’interno dei vari gradi e ordini scolastici è una sfida. Sia gli insegnanti di educazione generale che quelli di educazione speciale cercano adattamenti che incoraggino l’apprendimento e la gestione di una classe di alunni con stili di apprendimento eterogenei. E’ importante indentificare quegli adattamenti che sia ragionevole richiedere agli insegnanti
in ogni ambiente scolastico. Le seguenti modalità di adattamento sembrano ragionevoli e danno una cornice di riferimento per aiutare gli studenti con problemi di apprendimento a raggiungere obiettivi importanti sia nelle classi di educazione generale che specifica. Tali modalità di adattamento comprendono uso di materiali, strategie didattiche interattive e tengono conto le performance dello studente.

L’ adattamento della didattica con l’utilizzo di strumenti compensativi

Gli studenti spendono una larga porzione del tempo giornaliero scolastico interagendo con materiali. La maggior parte dei materiali didattici offre agli insegnanti indicazioni per insegnare in una intera classe di studenti che apprendono con ritmi e modi differenti. Questa sezione si occuperà di dare indicazioni sui materiali che favoriscono l’apprendimento di varie tipologie di studenti. Spesso educatori, volontari e gli studenti stessi possono aiutare ad implementare e a sviluppare varie tipologie di strumenti compensative a
livello didattico. Gli strumenti compensativi includono:

1. Usare un registratore. Molti problemi con i i materiali scolastici sono
collegati alla difficoltà nella lettura. Il registratore è spesso considerato un eccellente aiuto per superare questo problema. Indicazioni di compiti da svolgere (consegne), racconti e specifiche lezioni possono essere registrate.
Lo studente può poi riascoltare il nastro per facilitare la comprensione di compiti o concetti. Inoltre, per migliorare le capacità di lettura, lo studente può leggere mentalmente le parole stampate sul testo mentre le ascolta sul nastro.

2. Chiarire o semplificare le consegne scritte. Molte indicazioni (consegne) sono scritte sottoforma di paragrafo e contengono parecchie unità di informazioni. Questo può risultare opprimente per molti studenti.
L’insegnante può aiutare sottolineando o evidenziando le parti significative delle indicazioni del compito (consegna) o riscriverle per favorire la comprensione da parte dell’alunno. Ad esempio: Consegna originale: questo esercizio ti mostrerà come puoi ben collocare le congiunzioni. Leggi ogni frase. Cerca le congiunzioni. Quando individui una congiunzione, cercala nella lista delle congiunzioni sotto ogni frase. A questo punto fai un cerchio sul numero delle tue riposte nella colonna di risposta. Consegna riscritta e semplificata: leggi ogni frase e cerchia tutte le congiunzioni.

3. Presentare una piccola quantità di lavoro. L’insegnante può selezionare alcune pagine e materiali dall’eserciziario per ridurre la quantità di lavoro da presentare agli studenti che diventano ansiosi alla sola vista della mole di cose che devono fare. Questa tecnica evita allo studente di esaminare intere pagine di esercizi, testo o altro materiale e scoraggiarsi a causa della quantità di lavoro. Inoltre, l’insegnante può ridurre la mole di lavoro quando le attività appaiono ridondanti. Ad esempio: l’insegnante può richiedere di completare solo gli esercizi con il numero dispari o altro indicatore. Può inoltre presentare alcuni esercizi già risolti e chiedere agli studenti di completare il resto. Inoltre,
l’insegnante può dividere un foglio di lavoro in sezioni e richiedere allo
studente il completamento di una parte specifica. Un foglio di lavoro può essere diviso facilmente tracciando una linea e scrivendo “ fare ” e “ non fare ” in ogni parte.

4. Bloccare gli stimoli estranei. Se lo studente è facilmente distraibile dagli stimoli visivi all’interno di un foglio di lavoro, può essere usato un foglio bianco di carta per coprire la sezione su cui il soggetto non sta lavorando.
Inoltre possono essere usate finestre che lasciano leggere un’unica riga o un solo esercizio di matematca per volta per aiutare la lettura.

5. Evidenziare le informazioni essenziali. Se un adolescente può leggere un libro di testo, ma ha delle difficoltà nell’individuare le informazioni essenziali, l’insegnante può sottolineare queste informazioni con un evidenziatore.

6. Trovare il punto con materiali in progressione. Nei materiali che gli
studenti utilizzano durante l’anno (come ad esempio i libri di esercizi) lo
studente può tagliare l’angolo in basso a destra della pagine già utilizzate in modo da trovare facilmente la pagina successiva da correggere o completare.

7. Prevedere attività pratiche addizionali. Alcuni materiali non prevedono abbastanza attività pratiche per far sì che gli studenti con difficoltà di apprendimento acquisiscano padronanza nelle abilità prefissate. Gli insegnanti, a questo punto, devono essi stessi completare i materiali con attività pratiche. Gli esercizi pratici raccomandati includono giochi educativi, attività di insegnamento tra pari, uso di materiali che si autocorreggono, programmi software per il computer e fogli di lavoro aggiuntivi.

8. Fornire un glossario per aree di contenuto. Nella scuola secondaria, il linguaggio specifico di alcune materie richiede una lettura molto attenta. Gli studenti spesso traggono beneficio da un glossario che spieghi il significato dei termini specifici.

9. Sviluppare una guida per la lettura. Una guida per la lettura offre allo studente una mappa di ciò che è scritto nel testo e comprende una serie di domande per aiutarlo a focalizzare progressivamente i concetti rilevanti durante la lettura del testo. Tale guida può essere organizzata paragrafo per paragrafo, pagina per pagina o sezione per sezione.

L’adeguamento della didattica implica l’uso della didattica interattiva.

L’obbiettivo di catturare l’attenzione degli studenti e renderli partecipi per un periodo di tempo sufficiente richiede molte capacità di insegnamento e di gestione. L’insegnamento e l’interazione dovrebbero fornire ad ogni studente la possibilità di imparare con successo. Alcune tecniche che rinforzano le attività educative interattive sono:

1. Uso di procedure di insegnamento esplicite. Molti materiali commerciali non suggeriscono agli insegnanti l’uso di strategie esplicite d’insegnamento; così, spesso gli insegnanti devono adattare i materiali per includere queste procedure. Gli insegnanti possono includere passaggi di insegnamento espliciti all’interno delle loro lezioni (ad es: presentando un organizzatore avanzato, dimostrando le abilità, dando delle guide pratiche, offrendo feedback correttivi, costruendo pratiche indipendenti, monitorando la pratica e riguardando l’argomento).

2. Ripetizione della consegna. Gli studenti che hanno difficoltà nel seguire le indicazioni per i compiti (consegne) possono essere aiutati chiedendo di ripeterle con le loro parole. Tali studenti possono ripetere le indicazioni a un compagno quando l’insegnante non è disponibile. I suggerimenti che seguiranno possono essere utili ad aiutare lo studente nella comprensione delle indicazioni: (a) se essa richiede molte fasi, spezzala in piccole sequenze; (b) semplifica l’indicazione presentando solo una sequenza per volta e scrivendo ogni porzione sulla lavagna oltre a pronunciarla oralmente; (c) quando viene utilizzata un’indicazione scritta assicurati che gli studenti siano in grado di leggerla e di comprendere sia le parole che il significato di ogni frase.

3. Mantenimento delle routine giornaliere. Molti studenti con disturbo dell’apprendimento hanno bisogno di routine giornaliere per conoscere e fare ciò che ci si aspetta essi facciano.

4. Consegna di una copia degli appunti della lezione. L’insegnante può dare una copia degli appunti delle lezioni agli studenti che hanno difficoltà nello scriverli durante la presentazione.

5. Dare agli studenti un organizzatore grafico. Uno schema, una tabella o una mappa da completare può essere dato allo studente che lo riempirà durante la lezione. Questo aiuta lo studente a focalizzare la propria attenzione sulle informazioni chiave e a vedere la relazione tra concetti e informazioni collegate.

6. Uso di istruzioni passo-a-passo. Informazioni nuove o particolarmente difficili possono essere presentate in piccole fasi sequenziali. Questo aiuta gli alunni con scarse conoscenze sull’argomento che hanno bisogno di istruzioni esplicite che chiariscano il passaggio dal particolare al generale.

7. Combinazione simultanea di informazioni verbali e visive. Le
informazioni verbali possono essere date assieme a quelle visive (ad es:
opuscoli, volantini, lavagna luminosa ecc…).

8. Scrittura dei punti chiave o delle parole alla lavagna. Prima di una
presentazione l’insegnante può scrivere un piccolo glossario con i termini nuovi che gli studenti incontreranno sulla lavagna a gessi o in quella luminosa.

9. Uso di presentazioni ed attività bilanciate. Uno sforzo dovrebbe essere fatto per bilanciare le presentazioni orali con quelle visive e con le attività partecipative. Inoltre ci dovrebbe essere un equilibrio tra le attività in grandi gruppi, in piccoli gruppi ed individuali.

10. Uso delle tecniche di memorizzazione. Nell’ambito delle strategie di apprendimento possono essere usate tecniche di memorizzazione per aiutare gli studenti a ricordare le informazioni chiave o le varie fasi di un processo. (Un esempio di strategia di memorizzazione, per gli studenti di lingua inglese, consiste nell’usare la parola HOMES per ricordare i nomi dei Grandi Laghi. H è per il lago Huron, O per l’ Ontario, M per il lago Michigan, E per l’Erie e S per il lago Superior).

11. Enfasi sul ripasso giornaliero. Il ripasso giornaliero degli argomenti già studiati aiuta gli studenti a collegare le nuove informazioni con quelle precedenti.

Strategie didattiche che tengono conto della performance dello studente

Gli studenti variano enormemente nella loro capacità di rispondere con
modalità differenti. Ad esempio, gli studenti variano nella loro abilità di
esprimersi oralmente; partecipare ad una discussione; scrivere lettere e numeri; scrivere paragrafi; disegnare oggetti; fare lo spelling; lavorare in ambienti rumorosi, leggere, scrivere o parlare velocemente. Inoltre, gli studenti variano nella loro abilità di elaborazione delle informazioni presentate in formato visivi o audio. Le seguenti strategie che tengono conto delle diverse modalità di ricezione ed espressione, possono essere usate per migliorare la performance degli studenti:

1. Cambia la modalità di risposta. Per gli studenti che hanno difficoltà nella attività motoria fine (come ad esempio nello scrivere a mano), tale difficoltà può essere aggirata utilizzando diverse modalità di risposta alle domande:
non scrivere, ma sottolineare, scegliere tra risposte multiple, ordinare le risposte ecc. Agli stessi studenti può essere dato uno spazio più grande per scrivere la risposta nel foglio di lavoro.

2. Fornire uno schema della lezione. Uno schema o una scaletta può
aiutare alcuni studenti a seguire la lezione con successo e a prendere
appunti appropriati. In più, uno schema aiuta gli studenti a vedere
l’organizzazione del materiale e a fare domande pertinenti e al momento giusto.

3. Incoraggiare l’utilizzo di organizzatori grafici. L’uso di organizzatori grafici implica l’organizzare il materiale in formato visivo. Per svilupare un organizzatore grafico gli studenti possono procedere per passaggi successivi raccogliendo e suddividendo le informazioni in modo gerarchico dal generale al particolare, individuando titoli e sottotitoli.

4. Posiziona lo studente vicino all’insegnante. Gli studenti con disturbo dell’attenzione possono essere messi vicino all’insegnante, alla lavagna, all’area di lavoro e lontano da suoni, materiali o oggetti che possono distrarli.

5. Incoraggia l’uso di calendari e agende per le varie scadenze. Gli
studenti possono usare calendari per segnare le scadenze dei vari impegni, delle attività collegate alla scuola, le date delle verifiche e gli orari delle attività scolastiche. Gli studenti dovrebbero usare agende separate per i compiti a casa e le atre attività.

6. Ridurre l’utilizzo di singole fotocopie includendo le informazioni in opuscoli o fogli di lavoro strutturati.

7. Far girare i fogli a righe per la matematica. I fogli a righe possono
essere girati verticalmente per aiutare gli studenti a mettere i numeri nelle colonne appropriate mentre risolvono problemi matematici.

8. Usa segnalini per segnalare i punti più importanti di un test. Asterischi o puntini possono segnalare problemi o attività che contano di più nella valutazione. Questo aiuta lo studente ad organizzare bene il tempo durante le prove di valutazione.

9. Crea fogli di lavoro gerarchici. L’insegnante può costruire fogli di lavoro con problemi disposti in senso gerarchico dal più facile al più difficile. Il successo immediato aiuta lo studente a iniziare il lavoro.

10. Permetti l’uso di ausili didattici. Agli studenti possono essere date
strisce di lettere o numeri per aiutarli a scrivere correttamente. Linee di numeri, tavole pitagoriche, calcolatori e calcolatrici aiutano gli studenti nel conteggio una volta che hanno capito e scelto l’operazione matematica.
11. Mostra esempi del lavoro. Esempi del lavoro completato possono
essere mostrati agli studenti per aiutarli a costruirsi delle aspettative e per pianificare il lavoro in accordo con questi.

12. Usa l’apprendimento mediato dai pari. L’insegnante può accoppiare soggetti di diversi livelli di abilità per rivedere loro appunti, studiare per un test, leggere ad alta voce l’uno all’altro, produrre testi o condurre esperimenti di laboratorio. Inoltre, un compagno può leggere un problema di matematica ad un soggetto con disturbo di apprendimento che deve di risolverlo.

13. Incoraggia la condivisione degli appunti. Lo studente può utilizzare la carta carbone o un computer portatile per prendere appunti e per condividerli con gli assenti o con soggetti con disturbo dell’apprendimento. Questo aiuta gli studenti che hanno difficoltà nel prendere appunti a concentrarsi sulla presentazione della lezione.

14. Usa in modo flessibile il tempo di lavoro scolastico. Agli studenti che lavorano in modo lento può essere dato più tempo per completare le verifiche scritte.

15. Prevedi una pratica addizionale. Gli studenti hanno bisogno di una
differente quantità di pratica per acquisire padronanza di abilità o contenuti. Molti studenti con disturbo dell’apprendimento hanno bisogno di attività pratiche aggiuntive per acquisire una competenza adeguata.

16. Cambia o adatta i criteri di valutazione. Agli studenti può essere
permesso di completare un progetto invece di una interrogazione orale e viceversa. Inoltre, un test può essere dato in formato orale o scritto. Ad esempio, se uno studente ha problemi di scrittura, l’insegnante può
permettergli di evitare risposte aperte, elencare i punti principali, rispondere oralmente piuttosto che eseguire una verifica scritta.

Traduzione Alessandra Chiaretta

Perchè per un dislessico è difficle prendere appunti?

studenteIl ragazzo dislessico, non riesce a prendere appunti poiché la scrittura, per lui, non
è un compito automatizzato, bensì rimane un compito cognitivo, per cui,
concentrato a riportare (codificare il linguaggio parlato) correttamente quanto
ascoltato, come testo scritto, perde l’ascolto del seguente appunto.

Analiziamo il processo.
Esempio di come prende gli appunti un normolettore:
  1.  il ragazzo ascolta la lezione orale
  2. comincia a trascrivere il primo appunto
  3. nel frattempo continua ad ascoltare la lezione (riesce a farlo senza difficoltàeccessive poiché la scrittura per lui è un compito automatico)
  4. finito di scrivere il primo appunto ha già in testa quello che ha appena sentitoe scrive il secondo appunto mentre ascolta il terzo.

E così via.

Esempio di come prende gli appunti un dislessico:
  1.  il ragazzo ascolta la lezione orale
  2.  comincia a trascrivere il primo appunto, siccome la scrittura per lui non è un compito automatico ma cognitivo, si deve concentrare su come scrivere ciò che ha appena ascoltato: per scrivere ad esempio “la data della scoperta dell’America è il 1492” per lui diventa “ la….(“d” ha la stanghetta in alto o in basso?…a destra o sinistra?… e richiama la memoria visiva…) data della (da scoprire… quindi scopr…) scoperta dell’america (è gia indietro e non ha tempo di pensare se è un nome comune o proprio, per cui scrive la “a”
    minuscola, ormai in agitazione, possono venire dubbi anche su quante gobbe ha la m e potrebbe scrivere n)…è il (i numeri spesso vengono trascritti invertiti, tanto più quando ormai è già nella confusione) 1942.
  3.  Nel frattempo la lezione procede ma lui ha gia perso il secondo e forse anche il terzo appunto.
  4.  Non gli resta che saltare e cercare di ascoltare il quarto punto, che riuscirà a scrivere come il primo ma perdendo sia l’ascolto che la trascrizione dei seguenti 5 e 6 punti…
  5.  Ormai frastornato e consapevole dell’incapacità di pendere gli appunti come i suoi compagni, le reazioni non possono che essere di rifiuto, di frustrazione, di rabbia, quindi oltre a non riuscire a scrivere, perde anche l’ascolto della lezione e di conseguenza appare distratto e svogliato.
Per questo si consiglia di dispensare i ragazzi dislessici dal prendere appunti in modo che si concentrino sull’ascolto e successivamente consegnargli la fotocopia degli appunti di un compagno o meglio ancora lo schema della lezione dell’insegnante, in modo che a casa possa essere spunto di richiamo della sua memoria uditiva.